Edilizia sotenibile: una crescita continua

Fra il 2009 e il 2012, in tutto il mondo, il numero dei progetti di edilizia sostenibile è raddoppiato. Si tratta del dato più interessante evidenziato dalla recente ricerca “Abitare Verde: tendenze in atto e futuri diversi di mercato”.   Il campione analizzato comprende imprese del settore delle costruzioni operanti su scala internazionale, attive sia nei paesi considerati avanzati, sia in quelli emergenti e in via sviluppo. E le proiezioni per il 2015 prevedono un incremento ancora maggiore. 

Nel quadriennio analizzato nella ricerca condotta da curata da Nomisma  e Pentapolis con la partecipazione di McGraw-Hill Construction, le aziende che presentano nel proprio portafogli almeno il 60 per cento di progetti di trasformazione urbana eco-sostenibile sono passate dal 13 al 28 per cento. La tendenza è in crescita, al punto che le proiezioni al 2015 prevedono un valore del 51 per cento.  La ricerca ha indagato anche l’attitudine delle famiglie italiane a cercare soluzioni abitative eco-sostenibili. Si prediligono prevalentemente edifici realizzati con materiali non nocivi alla salute, equipaggiati con caldaie a condensazione, dotati di involucri opachi e serramenti a elevate prestazioni termoisolanti e di sistemi di riciclo delle acque. Nell’acquisto di dispositivi tecnologici la preferenza è accordata agli elettrodomestici a basso consumo e ai riduttori del flusso dell’acqua. Solo il 3,2 per cento dei nuclei familiari dispone di soluzioni in linea con i requisiti di una casa ecologica, mentre il 24 per cento non ne possiede nessuna.

L’attenzione alle caratteristiche di sostenibilità del costruito è maggiormente presente nei giovani, mentre non interessa quasi per niente la popolazione con età superiore ai 65 anni. Fra i fattori che determinano la scelta di un’abitazione, infatti, il prezzo e la localizzazione giocano un ruolo determinante, seguiti da: classe energetica dell’edificio (22,8%); età dell’immobile o della ristrutturazione (19,5%); utilizzo di materiali non nocivi alla salute (15,1%); presenza di impianti a energie rinnovabili (14,7%).