Intervista a Giulio De Angelis, Consigliere Delegato Federcomated e vice presidente provinciale Confcommercio Avellino, di Angela Sedara

De Angelis. Stabilizzazione del Superbonus 110%: un’occasione mancata

La timida proroga contenuta nella Legge di Bilancio non permetterà l’apertura di una nuova fase per l’edilizia italiana, mentre il poco tempo a disposizione non permetterà controlli credibili sulle prestazioni dei prodotti utilizzati
Giulio De Angelis, Consigliere Delegato Federcomated e Vice Presidente provinciale Confcommercio Avellino

Con il Superbonus 110% – al quale Federcomated ha dato un contributo notevole assieme alle altre organizzazioni di rappresentanza – il Governo ha avallato molte delle richieste – da tempo avanzate dalla filiera dell’edilizia e non solo – circa il potenziamento del sistema incentivante per il rinnovamento del patrimonio costruito. Purtroppo, atto di coraggio era già viziato in origine da vincoli incomprensibili per gli addetti ai lavori – primi fra tutti l’esiguità del tempo a disposizione per realizzare gli interventi e la complessità delle procedure – aggravati dal ritardo nella pubblicazione dei decreti attuativi.

Persi i primi 3 mesi aspettando i decreti, persa la stagione invernale che sta finendo e considerando anche altre incognite (ad esempio, i tempi del processo decisionale delle assemblee condominiali), nei pochi mesi rimasti si potrà concludere ben poco: infatti il mercato è ancora bloccato.

La proroga era perciò indispensabile, ma la montagna ha partorito il topolino: soli 6 mesi in più per tutti e, a condizione che siano già stati realizzati almeno il 60% dei lavori, ulteriori 6 mesi solo per gli edifici condominiali e gli Iacp – mentre tutti gli altri bonus sono stati confermati per un anno intero.

Ma c’è di peggio: la proroga è vincolata all’approvazione da parte del Consiglio UE, perciò soggetta alla valutazione dei governi di altre 26 nazioni – alcuni dei quali tutt’altro che ben disposti a comprendere le esigenze e a sostenere gli interessi italiani.

Consulte: stimolo e proposta 

Si poteva, anzi si doveva fare di meglio. Il Superbonus 110% dovrebbe infatti diventare un provvedimento strutturale, in grado di rimettere incidere sulla qualità energetica e ambientale e sulla sicurezza degli edifici, rimettendo in moto il settore delle costruzioni che rappresenta circa il 15% del Pil nazionale.

Rivolgo un appello a tutti i rappresentanti della filiera che – soprattutto attraverso il rafforzamento dell’azione delle consulte territoriali o con la loro attivazione, laddove non ancora presenti – potranno svolgere un importante ruolo di stimolo e proposta nei confronti della politica e alla pubblica amministrazione.

Sostenere la propria posizione con una voce univoca, espressione di categorie differenti, sarà di estrema importanza per fronteggiare anche la problematica della legalità – una diretta conseguenza lo scarso tempo disponibile. Mi riferisco al fatto che, in Italia, ben pochi si occupano dei controlli.

Mi spiego: nel caso del Superbonus 110% – specie con lo sconto in fattura e con la cessione del credito – lo Stato si è impegnato a coprire l’intero ammontare dei costi sostenuti per gli interventi incentivati, trasformandoli in credito d’imposta liberamente scambiabile sul mercato.

Per portare a termine questa operazione virtuosa saranno utilizzate ingenti risorse pubbliche. Mi chiedo perciò: chi si occuperà di controllare che gli edifici riqualificati rispondano realmente ai requisiti tecnici ed energetici, indispensabili renderli più resistenti, efficienti, accoglienti e salubri?

I controlli? Meglio in cantiere 

Non mi riferisco alla copiosa documentazione richiesta a ciascun intervento – certificazioni, asseverazioni, ecc. – ma al controllo circa i prodotti realmente posati in opera nei cantieri, rispetto ai quali non è prevista alcuna verifica da parte di un soggetto terzo.

Questo tipo di controlli esiste già: si tratta delle certificazioni di sostenibilità degli edifici (Leed, Breeam, Itaca, ecc.). Partendo da queste esperienze si potrebbe ipotizzare un percorso alternativo per l’accesso al Superbonus 110%, che preveda ad esempio:

– durante la progettazione, un confronto fra i professionisti (incaricati dal committente) con un tecnico indipendente (accreditato dalla pubblica amministrazione), per definire criteri tecnici e modalità operative funzionali all’accesso al Superbonus 110%;

– in corso di realizzazione, il controllo dei criteri e delle modalità concordate anche attraverso visite in sito e indagini sui prodotti impiegati, sempre da parte di un tecnico indipendente accreditato;

– in sede di collaudo, la verifica dell’effettiva rispondenza funzionale e prestazionale di quanto realizzato, anche sulla base delle attività svolte in precedenza, per accedere al Superbonus 110%.

Mettere a punto un sistema di controllo richiede tempo – che è proprio quello che manca – ma offrirebbe ai soggetti interessati (committente, progettisti, imprese, distributori, ecc.), alla pubblica amministrazione e a tutti i cittadini sufficienti garanzie di qualità del costruito, sicuramente più fondate rispetto a qualsiasi asseverazione di parte, a riprova del fatto che le risorse pubbliche siano utilizzate al meglio.

Superbonus 110%: tutte le proroghe
La Legge di Bilancio 2021 prevede alcune modifiche al Decreto Rilancio, che ha introdotto il Superbonus 110%. La principale consiste nella proroga dell’agevolazione fiscale, per tutti gli interventi e i soggetti beneficiari. In generale potranno essere portate in detrazione al 110% tutte le spese sostenute dal 1/7/2020 fino al 31/6/2022 (invece che fino al 31/12/2021), per gli interventi trainanti e trainati (questi ultimi solo se eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti). Nel caso delle spese sostenute nel 2022 l’ammontare della detrazione sarà ripartito in 4 quote annuali di pari importo (invece delle 5 quote annuali previste per le spese sostenute entro la fine del 2021). La Legge di Bilancio ha inoltre previsto la possibilità di accesso alle detrazioni anche per le spese sostenute nel secondo semestre 2022, perciò dal 1/7/2022 al 31/12/2022, solo nel caso degli interventi negli edifici condominiali (compresi gli edifici plurifamiliari con un solo proprietario con non più di 4 unità immobiliari) che, al 30/6/2022, avranno raggiunto un avanzamento dei lavori pari ad almeno il 60%. Un caso particolare interessa gli Istituti per l’edilizia economico popolare (Iacp o simili), che già godevano di un semestre aggiuntivo rispetto alle altre categorie di beneficiari. Nel loro caso la proroga è estesa al 31/12/2022 e la possibilità di accesso alle detrazioni, per gli interventi che alla stessa data avranno raggiunto un avanzamento dei lavori pari ad almeno il 60%, riguarda il primo semestre del 2023.