De Albertis. Cinque priorità per un grande piano industriale e infrastrutturale

Claudio De Albertis
Claudio De Albertis

«Siamo d’accordo sulla proposta dell’Ance per un piano industriale di sviluppo che potenzi i lavori pubblici e sulla maggiore flessibilità per gli investimenti».

Così ha risposto il ministro Graziano Delrio all’appello lanciato da Claudio De Albertis durante l’Assemblea nazionale dell’Ance, tenutasi all’Auditorium Antoniarum di Roma il 14 luglio.

Durante l’assemblea, che si è aperta con la presentazione dell’analisi dei dati del settore e delle sue prospettive, De Albertis ha espresso la necessità di attuazione di «un grande Piano di sviluppo industriale e infrastrutturale capace di rinnovare in profondità il nostro Paese, consentendogli di superare una volta per tutte il ritardo decennale accumulato nella dotazione di infrastrutture materiali e immateriali e rilanciando nello stesso tempo la produttività delle imprese e la ripresa dell’occupazione.
È quindi necessario mettere in campo al più presto tutti i fondi possibili per questo obiettivo. Secondo le nostre valutazioni sarebbe possibile mettere in campo 30 miliardi di euro nei prossimi 3 anni, attraverso l’utilizzo delle risorse esistenti e una rinnovata flessibilità per gli investimenti a livello europeo».

Infrastrutture_01E per il Piano industriale e infrastrutturale De Albertis individua cinque linee di azione prioritarie:

  1. La manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti per garantire il mantenimento di adeguati livelli di servizio e di sicurezza.
  2. L’accelerazione e l’ampliamento del piano di riqualificazione degli edifici scolastici.
  3. L’assegnazione delle risorse necessarie alla realizzazione del piano pluriennale di riduzione del rischio idrogeologico annunciato a novembre 2014.
  4. L’investimento sui beni culturali e sul turismo, come risorse da utilizzare al meglio per avviare, soprattutto nel Mezzogiorno, nuovi progetti di crescita economica.
  5. Il recupero e il risanamento infrastrutturale e sociale delle periferie delle nostre città».

periferia_laura-fiorini_01Se restano i luoghi dell’esclusione, del degrado e della povertà, le nostre periferie diventeranno la miccia da cui partirà la spallata finale al nostro modello di vita. Restituire dignità alle periferie deve diventare la vera emergenza del nostro come degli altri Paesi europei. Deve diventare, per usare le parole di Roberto Saviano “affare di Stato, centralità ossessiva della pratica della politica”. Un pensiero che condividiamo e che a nostro parere si deve tradurre in un grande Piano nazionale per le periferie da almeno 5 miliardi di euro gestito da una cabina di regia governativa che, insieme ai Comuni, individui non solo le aree a maggior rischio, ma anche le modalità di intervento da mettere in atto. È evidente che, in questa prospettiva, il settore delle costruzioni è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale».

Una moratoria per bandire le gare già pronte

Durante l’Assemblea Ance, De Albertis, nella sua articolata relazione, ha anche richiamato il nuovo Codice degli appalti che, entrato in vigore lo scorso 19 aprile, ha introdotto una serie di importanti cambiamenti. «Una vera e propria rivoluzione di cui, come Ance, abbiamo condiviso e condividiamo l’impostazione generale e gli obiettivi, mirati non solo a rendere più efficiente e trasparente il mercato dei lavori pubblici ma soprattutto a combattere in modo forte l’illegalità e la corruzione. Ma, come succede in ogni rivoluzione, il miglioramento diventa effettivo e apprezzabile solo dopo un periodo di assestamento che consenta al nuovo ordine di venire assimilato e, dove necessario, stemperato e corretto per meglio adeguarlo e renderlo funzionale al raggiungimento degli obiettivi. Lo dimostra la forte contrazione dei bandi di gara registrata all’indomani dell’entrata in vigore delle nuove regole. Un rallentamento che tuttavia, come ci ha garantito anche il
 ministro delle Infrastrutture Delrio, potrà essere rapidamente corretto e recuperato grazie all’impegno delle pubbliche amministrazioni a fare uno sforzo straordinario per adeguarsi rapidamente al nuovo sistema, tornando così a mettere al più presto in gara le opere». E, anche su questo tema De Albertis lancia un appello al Governo perché sia varata «una moratoria che fino al 31 dicembre 2016 consenta alle pubbliche amministrazioni di bandire le gare già pronte basate su progetti definitivi».

Graziano Delrio
Graziano Delrio

E anche a questa richiesta Delrio ha prontamente risposto «Accogliamo anche la proposta di un tavolo di confronto rispetto alla fase transitoria del Nuovo Codice Appalti che convocheremo subito per affrontare con Ance e Enti locali la fase transitoria e l’andamento del mercato delle opere pubbliche, con componente prevalente dell’edilizia, che ha comunque visto tra gennaio e giugno un aumento di 4 miliardi rispetto allo scorso anno».