#Coronavirus. Indagine sul lavoro edile

Quando l’emergenza data dalla pandemia da Covid-19 sarà rientrata, il metodo di lavoro, o meglio l’approccio al lavoro degli operatori della filiera delle costruzioni potrebbe cambiare in maniera significativa. Questo emerge dalla “Indagine sul settore edile, che impatto avrà il Coronavirus sull’edilizia” commissionata da Geojob Recruitment all’Agenzia Strategia Edile di Giancarlo Spanu.

«Le aziende dovranno affrontare un momento nuovo, una crisi dovuta al fermo forzato che inevitabilmente avrà impatti sul business. Ma soprattutto si troveranno a doversi prendere davvero cura del loro bene più prezioso: le persone. Infatti dovranno gestire il ritorno al lavoro dei propri collaboratori che, nella maggior parte dei casi avranno sviluppato motivazioni, priorità e soprattutto fragilità nuove. Le persone, costrette a vivere una nuova dimensione personale dovuta alla quarantena, si troveranno in un periodo di incertezza sia a livello professionale che rispetto alla propria incolumità e salute. Molti perderanno il lavoro, altri non ci vorranno tornare. Mai come ora va saldato il rapporto fiduciario tra persone e aziende, l’alternativa è una profonda crisi economica, culturale e valoriale». Gianmarco Pinto, Cofounder GeoJob Recruitment

Al sondaggio hanno partecipato 1.025 operatori – imprenditori, professionisti e dipendenti – dei quali l’89,33% lavora nel settore edile e delle costruzioni da oltre 10 anni e ha quindi conosciuto i tempi precedenti alla crisi del 2008 e del 2012 e le derivanti azioni di riorganizzazione. Il 5,08% invece ha risposto che lavora nel settore tra 5 e 10 anni, anch’essi con solide basi esperienziali sino ad arrivare al 3,30% di figure junior, alle prime armi nel settore edile e costruzioni.

Una percentuale poco significativa, il 2,29%, non ha alcuna esperienza in ambito edile e costruzioni probabilmente maturata in settori attinenti a quello da noi preso in esame.

Dall’indagine è emerso che una gran parte degli intervistati (il 71,79%), pur rimanendo “in forza” non stava lavorando per il fermo governativo, mentre le persone che hanno continuato a lavorare in cantiere (6,85%) hanno dichiarato di farlo in condizioni di sicurezza e di sentono sicuri per la propria incolumità.  Del totale, il 21,34% ha dichiarato di essere disoccupato.

Oltre alla preoccupazione per la propria salute, gli intervistati, in percentuale il 46,36% ovvero poco meno della metà del campione, dimostra di essere molto preoccupato per il proprio futuro lavorativo e il 30,36% non è certo che il settore, ad emergenza rientrata, registrerà una ripresa. Ad essere maggiormente preoccupati per il proprio futuro lavorativo sono, anche se di poco, gli imprenditori a seguire i lavoratori dipendenti e liberi professionisti. Il motivo di tanta preoccupazione è radicato nell’aspettativa che, dopo un decennio di forte crisi, possano ripartire rapidamente le opere pubbliche già finanziate ma mai trasformatesi in cantieri.

Il post emergenza

«Occorre iniziare una programmazione a lungo raggio con obiettivi chiari e investimenti certi. Questa potrà essere la giusta combinazione per una ripresa che oggi tutti stiamo aspettando. Risulta però evidente quanto sia indispensabile attivare le giuste leve per ridare fiducia a tutto il tessuto produttivo partendo dagli imprenditori, lavoratori e liberi professionisti. Una programmazione a lungo raggio con obiettivi chiari e investimenti certi potrà essere la giusta combinazione per una ripresa che, oggi tutti stiamo aspettando e che auspichiamo. C’è preoccupazione tra gli operatori del settore e il motivo è radicato nell’aspettativa che, dopo un decennio di forte crisi, possano ripartire rapidamente le opere pubbliche già finanziate ma mai trasformatesi in cantieri. L’edilizia è il motore attraverso il quale far ripartire l’economia. Siamo però convinti che nulla sarà più come prima, allora cogliamo l’occasione per crescere e innovare introducendo e potenziando quelle tecnologie che consentono di coordinare e monitorare, anche da remoto, le singole fasi lavorative nei cantieri» Vittorio Massimo Borgo, ceo di GeoJob Recruitment

Scarica QUI l’Indagine sul settore edile, che impatto avrà il Coronavirus sull’edilizia