Confindustria: segnali di ripartenza al Sud

(foto Confindustria-Srm)
(foto Confindustria-Srm)

Crescono i segnali di vitalità dell’economia meridionale. Secondo lo studio “Check-up Mezzogiorno” di Confindustria e Srm (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), il Pil del Mezzogiorno dovrebbe infatti tornare a salire dello 0,2% nel 2015 e in maniera un po’ più robusta nel 2016 (+1%): in un caso e nell’altro, però, la crescita attesa è inferiore a quella del resto del paese.

Secondo quanto analizza Confindustria, prospettive moderatamente positive sono confermate anche dall’“Indice sintetico dell’economia meridionale”, un indicatore composito (aggiornato con cadenza semestrale) che fotografa ogni anno lo stato di salute economica dell’Italia meridionale: secondo le stime, nel 2015 l’indice dovrebbe far segnare, per la prima volta dal 2011, un valore sia pur di poco positivo. Tre indicatori su cinque (Pil, Export e Occupazione) sono in crescita, uno (quello delle imprese) sostanzialmente stazionario: solo l’indicatore degli investimenti continua, anche per il 2015, a far segnare valori negativi, anche se il calo è minore di quello degli anni precedenti. Come negli anni scorsi, dunque, sono i bassi investimenti a condizionare le prospettive di ripresa del sud.

Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere meridionali si mantiene sui massimi degli ultimi quattro anni, facendo segnare un valore di due punti più elevato rispetto a un anno fa: segnale analogo viene dai consumatori, che esprimono anch’essi una fiducia ai massimi rispetto agli ultimi quattro anni.

Al miglioramento delle aspettative ha sicuramente contribuito la crescita dell’occupazione al sud: nei primi nove mesi dell’anno, infatti, sono 136.000 in più, rispetto all’anno precedente, gli occupati nelle regioni meridionali.

Certamente si tratta solo di segnali, spiega Confindustria, ma sono segnali, per la prima volta, di segno chiaramente positivo.