Ceramica italiana: ripresa delle vendite

(foto Marazzi)
(foto Marazzi)

Il convegno di fine anno di Confindustria Ceramica ha visto l’illustrazione degli studi messi a punto dall’associazione da cui emerge che il 2015 registra una ripresa nelle vendite complessive (+1,4%), grazie alla auspicata fine della caduta della domanda sul mercato italiano (-0,3%) e a una espansione, seppur su valori più limitati rispetto al 2014, delle esportazioni (+1,8%) e della produzione (+3%). Le previsioni parlano di tassi di vendita complessivi in crescita particolarmente per il contributo dell’export, su cui però pesano le tensioni internazionali, e di un mercato italiano stabile. Positivi i livelli di capitalizzazione delle aziende, in grado di supportare gli investimenti, e la riduzione delle scorte di prodotto finito.

Vittorio Borrelli
Vittorio Borrelli

«L’ormai imminente approvazione della Legge di Stabilità per il 2016 contiene aspetti positivi sul tema della fiscalità: mi riferisco all’eliminazione di Imu e Tasi sulla prima casa, come anche alla proroga agli incentivi sulle ristrutturazioni edilizie e a quelli sul risparmio energetico, per i quali abbiamo apprezza la conferma di aliquote e massimali, anche se avremo preferito che venissero rese strutturali. Altra cosa che abbiamo apprezzato è l’eliminazione dell’Imu sugli imbullonati, un alleggerimento sulla fiscalità alle imprese che però rimane ancora troppo alta e che vede la presenza di che appesantiscono la nostra competitività, sui quali sono necessari urgenti interventi da parte del Governo». Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica

Positive indicazioni emergono dall’esame dei bilanci 2014 delle aziende ceramiche considerate nel loro insieme. La produzione di ceramica italiana crescere di alcuni milioni di metri quadrati (393 milioni; +3,0%), sia per assecondare l’espansione della domanda che per il completamento del ciclo di destoccaggio di prodotti finiti, presenti in eccesso nei magazzini.