Nella sua relazione all’Assemblea generale 2018 di Confcommercio – Imprese per l’Italia, svoltasi a Roma il 7 giugno, il presidente della confederazione Carlo Sangalli, dopo aver salutato le personalità politiche presenti in sala e i numerosissimi imprenditori in platea in rappresentanza del popolo imprenditoriale che «ha resistito alla crisi infinita e ora cerca di rilanciare», ha chiarito che se anche «oggi pare prevalere l’opinione immediata su qualsiasi materia e a qualsiasi costo», gli imprenditori del commercio rivendicano, invece, il tempo per pensare e lo spazio per esprimersi. «E chiediamo, comunque, scelte che superino il contingente – ha detto Sangalli –, anche perché, come ha sostenuto il presidente Conte in sede di fiducia al Senato, la risposta da parte della politica soltanto “al bisogno immediato rischia di tramutarsi in mero tornaconto”».
Italia vulnerabile e coraggiosa
In un’Italia “vulnerabile e coraggiosa”, che ha un elevato debito pubblico ma che «deve dare continuità a un coraggioso cammino delle riforme […], flessibilità di bilancio, contenimento della spesa pubblica improduttiva, recupero di evasione ed elusione sono oggi, del resto, condizioni necessarie per il blocco degli aumenti Iva.
L’attenzione del presidente si è poi spostata sull’Europa il cui vero fine è «lo stare insieme tra Paesi diversi, tra popoli diversi. Un esempio pratico e quotidiano di spazio di libero scambio, di beni, servizi, capitali, idee e tra persone. Come Europa abbiamo avuto – e abbiamo – un ruolo internazionale quale baluardo di principi non negoziabili di libertà, democrazia e solidarietà. Per questo la scelta non è tra “meno o più Europa”, ma per un’Europa migliore, cioè più prossima ai cittadini, più amica delle imprese. E speriamo che questa Europa inizi a prendere forma a partire dal prossimo Consiglio Europeo di fine giugno».
Le clausole di salvaguardia e l’aumento dell’Iva
Prima di sottolineare quanto sia importante un contratto per la crescita del Paese, articolato sui temi del lavoro, della riforma delle tasse, delle infrastrutture per “connettere l’Italia” e della grande sfida di “Impresa 4.0”, Sangalli si è soffermato sul periglioso problema delle “clausole di salvaguardia” che prevedono, se non si trova il modo di ridurre la spesa pubblica, l’aumento dell’Iva a scadenze prefissate (il 2019 è una di queste) così da garantire, comunque, delle entrate certe per lo Stato.
«Dopo una campagna elettorale all’insegna di “meno tasse per tutti” – ha sottolineato Sangalli -, gli aumenti Iva pari, nel 2019, a circa 200 euro a testa per ogni italiano, finirebbero per essere una beffa, oltre che la fine certa delle già modeste prospettive di ripresa. Guardate, l’Iva sembra essere diventata una specie di passe-partout. Alla fine si vorrebbe che finanziasse ogni esigenza, ogni progetto, ogni nuovo strumento. E questo, badate bene, perché alla base di questo ricorso “salvifico” all’Iva, c’è un grave e diffuso pregiudizio nei confronti della domanda interna. Certo, le esportazioni, che dipendono anche dai servizi, dai trasporti, dalla logistica e, soprattutto, dal turismo, sono fondamentali. Non ci sarebbe alcuna Italia senza esportazioni. Ma per una crescita robusta e duratura, non bastano!».
La battaglia contro gli aumenti dell’Iva è una battaglia di Confcommercio. Ma è una battaglia a favore di tutto il Paese. Tanto più che poi, tecnicamente, l’aumento dell’Iva viene chiamato “clausole di salvaguardia“. Ma, cari amici, la vera salvaguardia, la vera garanzia per imprese e cittadini è difendere i loro redditi, il potere d’acquisto, la competitività diffusa delle imprese. Sull’Iva non si tratta e non si baratta!
L’impegno del Governo
Alla stessa platea arriva subito la rassicurazione da parte ministro dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali. Ha scelto, infatti, proprio l’Assemblea di Confcommercio Luigi Di Maio per la sua prima uscita pubblica dalla formazione del Governo giallo-verde e agli imprenditori del terziario di mercato intervenuti ha dichiarato: «Dò la mia parola che l’Iva non aumenterà e che le clausole di salvaguardia saranno disinnescate». E subito dopo ha dichiarato che per far decollare le imprese che creano lavoro e sviluppo la maniera c’è e consiste nel «lasciarle in pace. Leggi come quelle per la semplificazione hanno soltanto complicato la vita degli imprenditori, deve cambiare la cultura di fare le leggi». Leggi che, se il governo riuscirà a trovare i fondi necessari, saranno snellite nei tempi e nei costi degli adempimenti burocratici, saranno incrociate le banche dati e invertito l’onere della prova perché, – ha affermato Di Maio – «siete tutti onesti fino a prova contraria».
Leggi la relazione completa del presidente Carlo Sangalli all’Assemblea di Confcommercio del 7 giugno 2018