#Bim. Una rivoluzione possibile ma occorre una strategia nazionale di diffusione #BimEdilizia

I saluti di benvenuto di Giuseppe Nardella, presidente di Tecniche Nuove
I saluti di benvenuto di Giuseppe Nardella, presidente di Tecniche Nuove

«La gestione digitale modifica radicalmente tutti i processi dedicati a realizzare gli edifici e le opere civili e utilizza dati e informazioni generati lungo tutta la vita utile dell’opera, garantendo maggiore coordinazione ed efficienza». Questo l’incipit di Pietro Baratono, provveditore interregionale per le opere pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna – Mit, che, dopo i saluti di benvenuto dell’editore Giuseppe Nardella al convegno “Agenda digitale delle costruzioni – Bim, via per l’innovazione di processo e di prodotto” – organizzato dalle riviste dedicate alle imprese di costruzione della Divisione edilizia del gruppo Tecniche Nuove e tenutosi nella sua sede milanese -, ha aperto i lavori su un tema, attualmente affrontato in tutta la filera. Argomento molto caro anche ai distributori di materiali, tanto che all’interno del secondo congresso nazionale di Sercomated tenutosi lo scorso maggio a Firenze, al Bim è stato dedicato uno dei salotti pomeridiani che ha visto Alberto Pavan – responsabile scientifico di Innovance e Coordinatore e relatore della norma Uni 11337 – spiegare come all’interno del processo del Bim possa essere integrata la figura del distributore di materiale edile purché questi sia in grado di offrire tutti quei servizi a valore aggiunto quali logistica, assistenza, formazione, messa in opera e post vendita.

Pietro Baratono
Pietro Baratono

«È in corso la definizione di una strategia nazionale – ha continuato Pietro Baratono –  attraverso una Commissione per l’Agenda Digitale Costruzioni (ministeri, associazioni di categoria, consigli nazionali professionisti, appaltatori pubblici, Building Smart Italia e università, Uni) articolata in gruppi di lavoro per affrontare tutte le questioni legate ad aspetti legali, formazione, processi (ruoli, responsabilità, procedure), standardizzazione, tecnologia (interoperabilità, librerie). Molti i vantaggi. Riduzione delle aree di opacità nelle aggiudicazioni, selezione dei concorrenti con buona capacità tecnico-costruttiva, acquisizione offerte economiche più accurate e affidabili, riduzione delle varianti, del contenzioso, riduzione del gap tra prezzo di aggiudicazione e prezzo finale dell’opera, razionalizzazione della spesa, riduzione dei costi e del tempo di realizzazione dell’opera per buona gestione del processo costruttivo. Infine, ma non da ultimo, l’effetto collaterale: antitodo alla corruzione».

Regina De Albertis
Regina De Albertis

Tra gli  interventi del convegno milanese, quello di Regina De Albertis, vice presidente di Ance Giovani, che ha sottolineato come «per il settore delle costruzioni l’industria 4.0 sia sinonimo del cambiamento radicale del modello di filiera, che consente di abbandonare l’individualismo favorendo, invece l’integrazione e la collaborazione in cui il Bim rappresenta il centro. Il Bim permette di ottenere una maggiore qualità del processo e dell’opera, in tutti i lavori, di qualsiasi dimensioni, perché ottimizza i processi realizzativi e permette di conseguire risultati importanti in termini di maggiore competitività». Quella del bim è insomma «una rivoluzione possibile ma occorre una vera e propria strategia nazionale di diffusione che i Giovani Ance chiedono di adottare a livello normativo».

Michele Cicala
Michele Cicala

Il processo, come si accennava, consente anche di abbattere i costi, come ha dimostrato Michele Cicala – direttore del gruppo progettazione Bim-BimLab project engineering, coordinatore del gruppo di lavoro Innovazione di Ance Giovani – che, attraverso la presentazione di un caso di studio, ha rilevato come «una riduzione dei costi derivanti dal mancato coordinamento intorno all’8 per cento, un maggior coinvolgimento dei subappaltatori e un conseguente rispetto dei tempi dovuto anche alla non necessità di ri-lavorazioni. Le interferenze vengono eliminate mediamente nella misura dell’85 per cento circa dei casi».

Alberto Pavan
Alberto Pavan

Alberto Pavan ha presentato alla platea la Piattaforma Innovance, «un progetto per la digitalizzazione della filiera delle costruzioni, finanziato con il bando Industria 2015 sull’efficienza energetica. Il progetto è stato promosso da 15 partner, tra cui Ance, Confindustria, Università, Cnr, produttori di software e in tre anni di lavoro ha coinvolto più di 300 collaboratori. Si tratta di una banca dati che raccoglie e gestisce le informazioni dell’intera filiera delle costruzioni, mettendo a disposizione dei soggetti interessati tutte le informazioni tecniche dei prodotti utilizzati e disponibili sul mercato: dal prodotto componente (es. sabbia, finestra, caldaia) al prodotto “risultante” (es. edificio, infrastruttura, ambiente), incluse le informazioni su mezzi, attrezzature, risorse umane, lavorazioni e sicurezza. La piattaforma Innovance utilizza la tecnologia Bim che attraverso l’uso di standard comuni, permette di condividere le informazioni con tutti i soggetti coinvolti nella filiera: ingegneri, architetti, costruttori, montatori, collaudatori, eccetera».

L'intervento di Giorgio D'Alò, marketing manager di Sika
L’intervento di Giorgio D’Alò, marketing manager di Sika

All’evento sono intervenute anche i rappresentanti due importanti realtà produttive, Sika e Settef, azienda del gruppo Cromology Italia, che hanno già individuato nel Building Information Modeling la strada da intraprendere nel settore.

Giorgio D'Alò
Giorgio D’Alò

«Il Bim non è un software ma un processo per progettare, collaborare, simulare, verificare e controllare il progetto in ambiente virtuale, anche sotto il profilo della sostenibilità – ha ribadito Giorgio D’Alò, marketing manager Sika -. Il consumo delle risorse e l’impatto ambientale che nascono dai sistemi e dai prodotti che vengono utilizzati ha un impatto ancora maggiore, secondo noi, sulla sostenibilità reale. Sika è quindi partita dal ciclo di vita dei prodotti. Ogni singolo sistemache compone l’involucro edilizio viene valutato in riferimento all’impatto ambientale. Ci sono norme europee che regolano il ciclo di vita del prodotto: fra queste il consumo di materie prime, l’applicazione, la manutenzione, la durabilità. La bassa manutenzione impatta positivamente fino al riciclo dei prodotti. Il concetto chiave del futuro sta nella misura dell’impatto ambientale. La mancanza di misurabilità e confrontabilità della produzione industriale è oggi un grosso limite della sostenibilità e del benessere abitativo. Progettare e  costruire in Bim consente di condividere e misurare anche i parametri di sostenibilità».

Diego Marcucci
Diego Marcucci

Anche Settef ha avviato il percorso innovativo, come esposto da Diego Marcucci, marketing manager Cromology Italia. «Dall’inizio del 2014 abbiamo realizzato oggetti Bim per tutti i sistemi a cappotto, un programma webinar rivolto ai progettisti, un programma di formazione (Cromo Campus) per tutti gli operatori del settore, e-book tematici sulle patologie della facciata e sull’isolamento termico, voci di capitolato dei principali cicli e sistemi, offrendo un servizio di consulenza personalizzato e gratuito. E continueremo a lavorare in questa direzione».

La strada è lunga, ma la direzione è giusta!

Francesca Malerba

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