Assovernici. L’impatto di bonus, controllo delle materie prime, caro energia sulle imprese del comparto

Giovanni Marsili (foto Assovernici)

Tra impennate dei costi di energia e materie prime, scarsità di materiali e di personale qualificato, incentivi dei bonus, le imprese del comparto vernici e pitture come hanno vissuto la prima parte del 2022? E quali sono gli auspici per il futuro?

Per capire e misurare come stanno impattando i temi centrali dell’agenda politica nazionale e internazionale sulle imprese del comparto pitture e vernici, Assovernici – l’associazione nazionale che riunisce le principali aziende produttrici di vernici per edilizia, di vernici in polvere e liquide per l’industria con una rappresentanza di circa il 50% del mercato – ha realizzato un’indagine tra i propri associati.

Emerge il quadro di un comparto in sofferenza per i rincari, dove i bonus hanno avuto ricadute positive solo per alcune aziende e dove gli incentivi sono stati ostacolati da difficoltà legate a tempi, costi e manodopera. «È il preambolo di una chiusura d’anno frenata dall’incertezza sul futuro dei bonus, dalla crisi ai confini dell’Europa e dalla formazione di un nuovo governo – dichiara Giovanni Marsili, presidente di Assovernici –, tutti elementi che marcano una battuta d’arresto dei lavori edili e di conseguenza del nostro settore».

Il primo dato evidente che emerge dalla survey è l’aumento del costo delle materie prime generalizzato e significativo per tutte le aziende. «Questo è un tema cruciale che monitoriamo costantemente anche grazie alla collaborazione di altre associazioni» precisa Marsili.

La rilevazione appena conclusa ha analizzato l’andamento di singole materie, evidenziando l’aumento dei costi di titanio, solventi, additivi fino al 30%; rincari più critici, che toccano il 50%, riguardano leganti a solvente e imballi, mentre i pallet superano il 50% di rialzo. Anche i costi di trasporto hanno inciso sulla vita delle imprese, con incrementi variabili tra il 15% e il 50%, in funzione dei vettori.

Per alcuni componenti il vero problema inizia dal loro reperimento: circa l’86% degli intervistati ha dichiarato difficoltà nell’acquisto di additivi, il 66% ha indicato il TiO2, seguito dai pigmenti colorati e dai solventi 53%. «Alcune di queste criticità tuttavia, stanno rientrando, per una ritrovata disponibilità dei fornitori di materie prime, ma anche per un rallentamento della domanda» spiega il presidente.

Come ha inciso il rincaro dell’energia sulla produzione?

Per oltre la metà degli associati gli effetti degli aumenti in bolletta di luce e gas hanno già avuto ripercussioni sui costi di produzione. Per un terzo le conseguenze sono state rilevanti, con ricaduta sui prezzi al mercato e compressione delle marginalità, si tratta delle aziende storicamente più energivore, che producono prodotti in polvere. Al netto del rincaro dei costi energetici, le sanzioni dovute alla crisi Russia-Ucraina hanno influito in modo considerevole solo per alcuni produttori, in particolare sulle attività di esportazione verso i Paesi interessati dal conflitto, mentre hanno influenzato solo marginalmente gli approvvigionamenti di oli e resine e altri completamenti formulativi.

Come si sono espressi gli associati di Assovernici sul tema dei bonus edilizia?

Il 73% degli intervistati riconosce il ruolo decisamente positivo nel rilancio del settore, soprattutto per chi opera nell’edilizia professionale. Chi produce per l’industria, invece, ha avuto benefici indiretti marginali o nulli. Per due terzi dei rispondenti, il successo dei bonus è da attribuirsi al meccanismo della cessione del credito e all’entità della detrazione fiscale, facilitata dallo sconto in fattura. Purtroppo, solo il 30% ritiene che il mercato abbia espresso reale attenzione ai temi di sostenibilità: privati e condomini hanno migliorato gli isolamenti delle case per conseguire un immediato e duraturo risparmio sulla bolletta. Gli aumenti dell’energia di quest’anno daranno rapidamente ragione di questa scelta.

Sebbene i produttori Assovernici abbiano saputo reagire con tempestività all’opportunità dei bonus e predisposto servizi e consulenza per applicatori e privati, alcune difficoltà hanno ostacolato i risultati: a partire dagli shortage delle materie prime, al primo posto per il 93%, la concentrazione della domanda in un periodo molto breve, per l’80%, le tensioni sui prezzi dovuta al rincaro così come la limitata disponibilità di imprese di applicazione per più del 66% oltre a quella di manodopera interna (40%).

Quali proposte per migliorare il meccanismo dei bonus?

Con alcune differenze tra chi li considera determinanti e chi rilevanti, complessivamente per oltre l’86% sono prioritari: entità della detrazione fiscale almeno superiore al 60%, cessione del credito, applicazione dello sconto in fattura, finestra temporale ampia e coerente con gli obiettivi europei di abbattimento dei gas serra. Di vitale importanza anche l’introduzione di elementi di semplificazione burocratica. «Auspichiamo quindi, che le politiche di incentivazione siano più graduali e di lungo periodo e questo a tutto beneficio della qualità dei lavori eseguiti – conclude Marsili –. Infatti, la nostra preoccupazione è che nei prossimi anni si manifestino effetti negativi a causa di lavori non eseguiti a regola d’arte in questo euforico periodo, generando la necessità di nuovi interventi di restauro. Rinnovare le nostre città e migliorare l’efficienza termica delle nostre abitazioni ha oggi, più che nel passato, grande rilevanza per il nostro Paese e per il nostro ambiente, è quindi un peccato non portarlo a termine nei modi e nei tempi appropriati».