Anci e Confcommercio. Parte il Laboratorio sulla Rigenerazione urbana

(foto Laura Fiorini)
(foto Laura Fiorini)

In attuazione del protocollo di intesa Anci/Confcommercio sottoscritto da Sangalli e Fassino nell’aprile del 2015, sono partiti a Roma i lavori del Laboratorio Sperimentale Nazionale sulla Rigenerazione Urbana che si propone di sperimentare “nuove modalità e prassi urbanistiche”.

Francesco Rivolta, direttore generale Confcommercio
Francesco Rivolta, direttore generale Confcommercio

L’incontro che ha dato lo start si è svolto presso la sede confederale capitolina dove Francesco Rivolta, direttore generale di Confcommercio, nel suo intervento, ha sottolineato che «a livello nazionale sono già 50 i Comuni, di diverse dimensioni, che hanno sposato il nostro obiettivo! In sintonia con la strategia fissata dall’Unione Europea, Confcommercio e Anci hanno come obiettivo la riqualificazione e la rigenerazione delle aree urbane che oggi producono effetti negativi sulle città soprattutto dal punto di vista socio-economico, puntando con forza sulla valorizzazione delle specificità dei singoli territori, sull’aumento della vivibilità dei luoghi e sul miglioramento della qualità degli spazi pubblici. È prioritario combattere la desertificazione dei centri urbani, tenendo viva l’attenzione delle Amministrazioni comunali su tutte quelle situazioni di degrado urbano, collaborando alla definizione di nuove professionalità, mettendo a disposizione quel patrimonio di conoscenze che solo associazioni come la nostra possono vantare e sfruttando il grande potenziale economico messo a disposizione dai Fondi europei per rendere sempre più belle le nostre Città».
Il Laboratorio, guidato dal Settore Urbanistica e Progettazione Urbana di Confcommercio nazionale, di cui era presente all’incontro il suo responsabile, l’architetto Angelo Patrizio, è costituito da rappresentanti delle Amministrazioni Comunali, delle Confcommercio territoriali e della società civile e culturale, per un totale di 80 componenti provenienti da tutto il territorio italiano in rappresentanza di 54 città italiane.

I quattro punti del protocollo
a) combattere la desertificazione commerciale dei centri urbani dando corpo ad una serie di strumenti che coinvolgano tutti gli attori in campo. Il “mix” di misure guarda anche all’introduzione di provvedimenti atti a sostenere meccanismi di “fiscalità di vantaggio” e della “cedolare secca” in favore dei proprietari che affittano locali ad uso commerciale garantendo, al contempo, la presenza e la varietà di attività di particolare interesse merceologico, al riconoscimento di un regime fiscale di vantaggio temporaneo (imposta sostitutiva in luogo delle imposte sui redditi) per gli imprenditori che intraprendono un’attività commerciale in aree urbane degradate e, in particolar modo, nei centri storici.
b) sensibilizzare le Amministrazioni comunali affinché individuino nei nuovi Piani Regolatori Generali Comunali (Prgc) – o nelle ipotizzabili varianti – le aree oggetto di ambiti di intervento (urbanistici, architettonici, sociali, economici, ambientali, energetici, viari) e approfondiscano poi, nell’ambito dei medesimi regolamenti, le possibili applicazioni e collegamenti ai Bandi diretti ed indiretti per l’utilizzo dei Fondi europei;
c) collaborare alla definizione di nuove professionalità (Town Center Manager) da utilizzare per la gestione del territorio e dei centri urbani anche con il contributo che potranno venire dal mondo universitario italiano;
d) collaborare nella definizione di progetti condivisi finanziati attraverso Fondi europei