Ance Puglia. Per il patrimonio privato serve un programma di investimenti e incentivi

I relatori del convegno (foto Ance Puglia)
(foto Ance Puglia)

Al convegno di Ance Puglia numerose proposte per fare ripartire il comparto che, nel primo semestre 2016, ha segnato un -5% nell’occupazione. Per il presidente Gerardo Biancofiore sono necessari un «cronoprogramma e tempi certi per dare il via ai cantieri del Patto per la Puglia».

La ripresa del settore delle costruzioni in Puglia sembra lontanp e i segnali positivi del 2015 non trovano conferma nel primo semestre 2016 durante il quale si è assistito al calo dei bandi di gara per lavori pubblici per via dell’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti e a un’inversione di tendenza del trend occupazionale.

Quest’ultimo infatti aveva vissuto una fiammata nel 2015 con circa 80mila occupati, quest’anno il trend è invece tornato negativo con 76mila addetti (ben 50mila in meno rispetto a 8 anni fa) e il 5% in meno dell’anno scorso. È partito da questi dati il confronto tenutosi il 7 ottobre a Bari durante i lavori del convegno nazionale “Il cantiere Puglia: scenari e prospettive” organizzato da Ance Puglia.

Gerardo BIancofiore, presidente Anche Puglia
Gerardo Biancofiore, presidente Anche Puglia

«La firma del Patto per la Puglia è stata importante per la ripresa del settore e dell’intera economia regionale, tuttavia ancora poco si è mosso concretamente. Per questo chiediamo un cronoprogramma e tempi certi per l’apertura dei cantieri nel breve periodo. È indispensabile accelerare le procedure snellendo una volta per tutte la burocrazia, che si traduce in una vera e propria tassa occulta per le imprese edili. Positiva la previsione di 20 milioni di euro che le amministrazioni potranno impiegare per la progettazione tecnica delle opere; un’opportunità che bisogna saper sfruttare» ha detto il presidente di Ance Puglia Gerardo Biancofiore.

Per Ance Puglia il ruolo del settore sarebbe strategico per far ripartire l’economia: per ogni miliardo investito nelle costruzioni si produrrebbe infatti una ricaduta sull’economia di 3,3 miliardi di euro e 17.000 nuovi occupati. Auspicata inoltre dai i costruttori un’operazione di recupero e manutenzione del patrimonio immobiliare italiano in chiave anti-sismica: «Per quanto riguarda gli edifici pubblici, scuole e ospedali, è un preciso dovere civile, morale e politico della Pubblica Amministrazione provvedervi. Quanto al patrimonio privato, serve un programma di investimenti e incentivi come quelli utilizzati in passato per il fotovoltaico. Si prevedano, quindi, dei sisma-bonus affinché le famiglie possano adeguare le proprie abitazioni ai migliori standard di sicurezza» ha aggiunto il presidente Biancofiore.

Sul fronte pubblico gli edili pugliesi hanno proposto alla Regione anche un Piano di azione di sviluppo sostenibile del territorio, da sviluppare con il supporto scientifico dell’Enea, con l’obiettivo di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio pugliese partendo dalle zone più a rischio sismico e idrogeologico e da finanziarsi con incentivi fiscali e fondi europei.