Al Maxxi Il rapporto tra architettura, ingegneria strutturale e innovazione ecologica, tecnologica e digitale

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Technoscape. L’architettura dell’ingegneria” è una mostra che indaga il rapporto tra architettura, ingegneria strutturale e innovazione ecologica, tecnologica e digitale, componenti sempre più cruciali del nostro rapporto con lo spazio e con il nostro pianeta.

Il racconto parte da edifici-icona come il Palazzetto dello Sport di Nervi a Roma, la Multihalle olimpica di Frei Otto o il Beaubourg di Parigi, per allargarsi a capolavori strutturali distribuiti ai quattro angoli del pianeta: l’Opera House di Sidney di Ove Arup, il museo di San Paolo di Lina Bo Bardi e Figuereido Ferraz, le cupole di Buckminster Fuller, la Hall of Nations di Mahendra Raj a Delhi, il mercato di Beda Amuli a Dar Es Salaam o i capolavori di Mamoru Sasaki e degli altri strutturisti giapponesi. Edifici che non avrebbero visto la luce senza la straordinaria collaborazione tra architetti e ingegneri.

Da questa ricongnizione nello spazio e nel tempo la mostra si espande per gettare uno sguardo verso il futuro attraverso le installazioni e le sperimentazioni di sette centri di ricerca universitari di tutto il mondo, dal Mit (Massachusetts Institute of Technology), passando per Princeton, alle maggiori università politecniche europee compreso lo Iuss di Pavia.

“Sorelle diverse”

A cura di Maristella Casciato e Pippo Ciorra, main partner Eni, la mostra rimarrà aperta al pubblico al Maxxi fino al 10 aprile 2023, nuovo importante tassello di quel filone di ricerca del museo che indaga il rapporto tra arte, architettura, scienza e nuove tecnologie.

Due sono, infatti, le ragioni essenziali per una mostra del genere in un museo di arte e architettura. La prima, la convinzione che le urgenze ecologiche politiche e sociali del pianeta avvicinino oggi molto – come è già avvenuto in altri momenti della storia – le discipline artistiche e quelle scientifiche e quindi le due “sorelle diverse” architettura e ingegneria.

La seconda, l’impressione che l’ingegneria sia in un momento di svolta importante: dalle strutture moderniste in cemento armato, ferro e vetro a una miriade di nuovi materiali; dalla costruzione all’elaborazione di strumenti e strategie per rendere sostenibili gli edifici; dal calcolo all’algoritmo; da una prevalenza maschile a una diversità di genere molto accentuata.

Tra innovazione tecnologica e ingegneria delle costruzioni

Il racconto del rapporto tra l’ingegneria strutturale, vernacolare o d’avanguardia che sia, e l’invasione della tecnologia nei nostri spazi operativi e vitali si sviluppa attorno a due sezioni che corrispondono ai due grandi universi, quello dell’innovazione tecnologica e quello dell’ingegneria della costruzione.

Lungo il primo percorso, sviluppato in collaborazione con università e centri di ricerca, scopriremo installazioni e padiglioni interattivi, che ci consentiranno di comprendere il ruolo che oggi hanno settori scientifici e tecnologici che un tempo non avremmo immaginato di dover accostare all’architettura: dalle scienze applicate all’ambiente, ai dispositivi “smart” per la gestione delle città; dall’ossessione per i big data al recupero di tecniche di assemblaggio vintage e low-tech.

 

 

Lungo il secondo, organizzato per aree tematiche, troviamo i lavori dei grandi ingegneri strutturali dal dopoguerra a oggi, mettendo in evidenza i vari approcci, gli edifici-simbolo come il Beaubourg o l’Opera di Sidney, e i casi più eclatanti in cui il compito di form-finder ricade completamente sul progettista strutturale.