Ad’A: Gianni Ingardia e Giusi Mondino. Abitare triangolare

La ristrutturazione di un appartamento al primo piano di un edificio degli anni ’50 ha visto la totale ridistribuzione degli spazi di una unità immobiliare di forma triangolare, dando protagonismo assoluto alla zona living
Gli architetti hanno scelto di valorizzare gli angoli acuti della casa facendo diventare il più importante tra questi un giardino d’inverno prospiciente la zona pranzo (foto di Luca Leonardi)

Una giovane famiglia si rivolge ai progettisti dello studio Ad’A con la richiesta di rendere il loro appartamento trapanese più attuale e in linea con le nuove esigenze dell’abitare, cercando però di rispettarne l’identità. Centoquaranta metri quadrati racchiusi in una pianta di forma triangolare, con doppio affaccio e una distribuzione tradizionale che vede tutti gli ambienti aprirsi su un unico corridoio centrale. Lo stato di fatto, inoltre, dà le spalle ai vertici del triangolo, uno dei quali è relegato alla funzione di contenitore.

Ad’A – Gianni Ingardia & Giusi Mondino

«Dentro la forma triangolare dell’appartamento, che rievoca l’immagine della Sicilia e quella della città di Trapani, si racchiude l’essenza delle atmosfere oniriche dell’isola con espliciti rimandi a materiali locali». Gianni Ingardia e Giusi Mondino_ Ad’A

 

Il progetto dello studio siciliano stravolge totalmente la pianta esistente, elimina il lungo corridoio e ribalta la posizione della zona giorno riservandole il cuneo con il doppio affaccio, di fatto la zona più luminosa della casa. Il progetto insiste anche sulla valorizzazione degli angoli, soprattutto di quello stondato che unisce i due fronti principali, che viene inglobato dalla zona pranzo e trasformato in un vero e proprio giardino d’inverno.

Cosa è cambiato

All’interno di un edificio degli anni Cinquanta, l’unità abitativa presentava una struttura distributiva tradizionale con un lungo corridoio interno sui cui lati si aprivano le diverse stanze. Il progetto ne stravolge totalmente lo schema, rendendo necessarie demolizioni di setti, rifacimento di bagni e cucina, per giungere a una pianta che elimina il corridoio distributivo e favorisce la zona giorno, ampliata e con cucina integrata, che gode così del doppio affaccio. L’altezza considerevole dei soffitti consente anche la realizzazione di un’area soppalcata in corrispondenza della zona di distribuzione alle camere e ai servizi.

La creazione di un’ampia zona giorno vede al centro dello spazio un grande cubo in legno di frassino contenente la cucina, che ripartisce la zona salotto da quella destinata al pranzo, diventando al contempo elemento di arredo (foto di Luca Leonardi)

Come commentano gli architetti: «Il riferimento a un’antica tecnica di raffrescamento naturale, quella della camera dello scirocco, viene qui tradotta nella realizzazione di un giardino verticale, ubicato nella punta estrema della casa e in grado di connettere lo spazio domestico con il cielo, diventando caleidoscopio di elementi in continua mutazione».

Alla scala si arriva da un mobile-ballatoio in legno, che termina con un importante pianerottolo in marmo bianco, che funge oltre che da contenitore, anche da quinta scenica della zona salotto (foto di Luca Leonardi)

E in effetti la zona giorno occupa una porzione importante della superficie, nell’area più luminosa della casa ma, pur mantenendosi aperta e ariosa, viene suddivisa in tre ambienti diversi dalla presenza di un cubo centrale che ospita la cucina, che si interpone tra la zona pranzo e il salotto. Un volume dalla forte connotazione architettonica, sottilineato dal rivestimento in legno, concepito come uno scrigno.

Durante il giorno la zona living è inondata da una grande quantità di luce che viene mitigata dalla presenza del cubo in legno di frassino. A destra La scala che conduce al soppalco (foto di Luca Leonardi)

Data la notevole altezza del soffitto (4,20 metri) è stato possibile ricavare un soppalco al di sopra dell’ingresso-distribuzione alla zona notte, a cui si accede dal salotto mediante una sorta di mobile-ballatoio che termina con un pianerottolo in marmo che funge da contenitore ma anche da quinta scenica.

Nel bagno sotto al soppalco è stato realizzato un sistema sperimentale a base di acqua che porta la luce naturale attraverso un tubo lungo 3,20 metri. I rivestimenti verticali del bagno sono stati trattati con marmi locali (foto di Luca Leonardi)

I materiali di rivestimento attingono alla tradizione locale, come non poteva essere altrimenti: i pavimenti sono in marmo bianco, i rivestimenti dei bagni in marmi chiari e scuri ma sempre della tradizione siciliana. Protagonista anche il legno: quello di frassino riveste la madia-passerella in salone e il cubo-contenitore della cucina, mitigando la luce diretta che entra dalle finestre; mentre in compensato di betulla sono le pannellature che rivestono il soppalco e il controsoffitto, anche all’interno del bagno.

Il blocco cucina (foto di Luca Leonardi)

L’illuminazione è essenzialmente integrata: strisce di led e faretti nelle zone controsoffittate, ad eccezione di alcuni corpi illuminanti scelti nella zona giorno, intesi come elementi integranti dell’arredo. La ricerca sull’illuminazione naturale sfocia in una soluzione sperimentale che prevede l’utilizzo dell’acqua come conduttore di luce per consentire ai raggi del sole di penetrare all’interno del bagno cieco sotto al soppalco. L’idea prende spunto dal progetto “un litro di luce” nato per le favelas Brasiliane, dove si utilizzano bottiglie di cocacola riempite di acqua e candeggina che vengono incastrate nelle lamiere di copertura delle baracche, portando così luce agli ambienti privi di finestre. In questo caso è stato realizzato un condotto di luce installando un tubo in plex del diametro di 15 centimetri e lunghezza di 3,20 metri riempito d’acqua e candeggina, capace di condurre la luce del sole dalla copertura dell’edificio all’interno del vano.

L’altezza del soffitto ha consentito la realizzazione di un soppalco interamente rivestito di legno di betulla al quale si accede da una scala bianca fiancheggiata da una parete in ferro crudo (foto di Luca Leonardi)
La filiera delle professioni

Il produttore
La tecnica che incontra l’estetica
I serramenti in pvc dell’appartamento appartengono alla serie Domus e sono firmati Finestre Nurith, un’azienda siciliana con una storia trentennale, specializzata nella produzione di infissi e serramenti, rigorosamente “taylor Made” e prodotti in Italia. L’offerta comprende serramenti e complementari come finestre, portefinestre, pannelli, portoncini e sistemi oscuranti, dove l’attenzione è riposta nell’abilità artigiana del personale, che consente all’azienda di realizzare prodotti di elevata qualità, e di apportare personalizzazioni o realizzare prodotti su misura, dalla scelta del colore, ai dettagli come la ferramenta, la maniglia, o ancora nella scelta di dimensioni e forme. Rispetto alle caratteristiche della serie Domus, Nicola Bitetti, Marketing & Web Marketing di Nurith le descrive in questo modo: «Sette camere da 76 millimetri, ferramenta Tricoat, riscontri antieffrazione e nottolini lungo tutto il perimetro della finestra, maniglia esclusiva di serie disegnata da Pio e Tito Toso, abbinamento con gli altri sistemi Nurith, essenze esclusive come tutta la linea Blacksoul e Bianco satin.» e prosegue: «l’artigianalità del prodotto, la competitività, l’assistenza, la garanzia di 33 anni di storia nel mondo del pvc sono tutti plus che offre Nurith.». I consigli che Bitetti darebbe al rivenditore su come spingere il cliente a utilizzare questo prodotto sono i seguenti: «La serie si colloca in una fascia di prezzo al pari con similari prodotti dei competitors, con la differenza di avere di serie qualità come la ferramenta anticorrosione Tricoat multimatic. Ogni finestra, prima di uscire dai nostri stabilimenti, viene minuziosamente controllata da più operatori, lato finiture, lato vetri, lato funzionalità. Noi la riassumiamo così: la tecnica che incontra l’estetica». Nicola Bitetti Marketing & Web Marketing di Nurith

Il distributore
Professionalità anche sul web

Antonino Aguanno, dipendente di Eureka Infissi

Eureka Infissi apre le porte a Trapani tre anni e mezzo fa. Azienda a conduzione famigliare, i titolari conoscono bene il settore, essendo stati in precedenza produttori d’infissi in legno: negli anni sono cambiate le esigenze del mercato, e da qui la decisione di dismettere i macchinari e chiudere l’impianto di produzione per aprire una rivendita specializzata in serramenti, avvolgibili, porte interne e blindate, scale e parquet. La rivendita conta con quasi 300 metri quadrati di superficie, di cui 160 dedicati all’esposizione. I principali interlocutori sono i professionisti del settore: installatori, imprese edili, progettisti, ma anche il cliente finale. Con un sito web costantemente attualizzato, e la presenza sui principali social media, l’azienda cavalca l’onda delle nuove tecnologie al servizio del marketing. Come ci spiega Antonino Aguanno, di Eureka Infissi: «Puntiamo molto sui social media per farci conoscere, da cui riceviamo dei riscontri molto positivi». Antonino Aguanno dipendente di Eureka Infissi

L’imprenditore edile
Esperienza a 360 gradi 

Vito Figuccio, titolare di Fi.Geo Costruzioni

La Fi.Geo Costruzioni nasce nel 2005 da una branca di un’impresa con 35 anni di esperienza nel settore delle costruzioni, ristrutturazioni e nuove realizzazioni. Opera sul territorio di Trapani e provincia e si è occupata dell’esecuzione edile del progetto e dell’assistenza all’impiantistica. Vito Figuccio, il titolare, parla del cantiere come di un lavoro senza particolari complessità: «A livello di opere edili abbiamo eseguito diverse demolizioni tra tramezzi, i bagni, la cucina e un solaio per aprire un pozzo di luce. Sulle pareti perimetrali ci siamo trovati a dover risanare le travi in calcestruzzo, perchè alcuni ferri avevano subito dei danni dovuti agli agenti atmosferici». Vito Figuccio titolare di Fi.Geo Costruzioni