Sisma. Oltre 2milioni di tonnellate di macerie da rimuovere in Centro Italia

A un anno dal sisma che colpì Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo solo l’8,57% delle macerie è stato rimosso, ovvero circa 227.500 tonnellate di macerie rispetto ai 2.657.000 stimati dalle quattro Regioni e derivati soprattutto dalla demolizione parziale e totale dei fabbricati al fine di ridimensionare le zone rosse.

Legambiente, che insieme a Fillea Cgil in primavera ha avviato un Osservatorio nazionale per una ricostruzione di qualità, sottolinea quanto sia urgente velocizzare il recupero delle macerie e individuare altre zone dove poter trattare gli inerti riutilizzabili per la ricostruzione.

La rimozione è infatti propedeutica all’avvio della ricostruzione materiale e alla rinascita delle comunità colpite, e la scadenza del 31 dicembre 2018 difficilmente potrà essere rispettata.

Rossella Muroni, presidente nazionale Legambiente

Ad avvertire della necessità di intervenire è la presidente di Legambiente Rossella Muroni: «È opportuno che il governo ripensi il ruolo della struttura del commissario straordinario per dargli più poteri e le risorse necessarie per un reale coordinamento. Le differenze nella gestione delle macerie nelle quattro Regioni sono troppe; già chiedevamo un coordinamento più forte ed efficace e il rischio ora è che diventi più debole, visto l’annuncio delle dimissioni di Errani. Siamo consapevoli delle numerose difficoltà incontrate – le ripetute e importanti scosse sismiche, la vastità dell’area interessata, le strade inagibili e insicure per via delle case pericolanti, le demolizioni necessarie per operare in sicurezza – a cui si sono però sommati ritardi per i provvedimenti modificati in itinere, negli affidamenti dei lavori, nel coordinamento tra i diversi livelli istituzionali. Ma la rinascita dell’appennino ha bisogno, ora, di una visione unitaria».

Marche e Lazio sono le zone più colpite, nel Lazio si stima una quantità di macerie pari a 1.280.000 tonnellate, concentrate ad Amatrice e Accumoli. A fine luglio quelle raccolte erano circa 100.000 tonnellate, pari solo al 7,77%. Nella Regione Marche la situazione è simile con 1.120.000 tonnellate di macerie, di cui 117.500 già raccolte, il 10,50%. In Umbria e in Abruzzo restano rispettivamente 100.000 e 150.000 tonnellate di macerie e se l’Umbria ne ha raccolto ad oggi il 10,20% l’Abruzzo non ha ancora avviato la raccolta.

Legambiente sottolinea l’importanza di un coordinamento fattivo da parte del Commissario straordinario, con l’obiettivo di individuare le migliori pratiche per ogni fase della filiera e renderle operative in ogni Regione. Secondo l’associazione ambientalista le differenze tra le Regioni sono troppe e non tutte giustificabili dalle specificità delle situazioni.

Per accorciare i tempi e rendere più efficace la gestione delle macerie, Legambiente propone di riconsiderare cinque punti fondamentali:

  • accelerare le demolizioni degli edifici pericolanti;
  • intervenire a sostegno della raccolta dei beni di interesse culturale;
  • riorganizzare la logistica relativa ai siti temporanei e al trasporto;
  • programmare il riutilizzo delle macerie per la ricostruzione;
  • organizzare un sistema di tracciabilità e monitoraggio in tempo reale delle macerie in forme fruibili dai cittadini.