Settore immobiliare, le proposte di Fimaa

Hands with model of houseIn audizione alla Commissione finanze della Camera dei deputati, Fimaa Italia (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) ha illustrato la sua ricetta per risollevare il settore immobiliare, in particolare sulla tassazione della prima casa e sull’ottimizzazione dei benefici legati alle agevolazioni per le ristrutturazioni. La pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie continua a costituire una zavorra pesante per la ripresa economica. Occorre, quindi, secondo Fimaa, ridare alla casa il ruolo che da sempre ha per le famiglie italiane pensando anche alle imprese e agli immobili a esse strumentali. Fondamentale pervenire a un riesame della tassazione sulle locazioni, alla chiara definizione delle imposizioni sui terreni edificabili basata su valori di mercato effettivi (e non presunti) e alla ottimizzazione dei benefici fiscali legati alla ristrutturazione degli immobili anche riducendo i tempi di ammortamento. Il patrimonio immobiliare italiano, ha osservato Fimaa, è costituito da migliaia di unitĂ  immobiliari che necessitano di interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica. A tal proposito, sarebbe opportuno ridurre l’Iva dal 10 al 4% anche per gli interventi di ristrutturazione degli immobili residenziali adibiti ad abitazione principale. Il mercato immobiliare di sostituzione va favorito agevolando imprese e operatori nel ritiro dell’usato quando propongono immobili nuovi o ristrutturati in classi energetiche elevate (A o B).  Le permute a tassa fissa (come avviene per le auto) faciliterebbero il mercato di scambio incentivando l’efficientamento energetico. Per la riqualifica energetica degli immobili è auspicabile incentivarla per interi stabili proponendo agevolazioni anche lungo termine, sino al 2020, anno in cui entrerĂ  in vigore la norma europea del “Piano 20 20 20” – Pacchetto clima. Sempre in ambito di agevolazioni fiscali relative a interventi di ristrutturazione degli immobili sarebbe opportuno consentire di poter usufruire del beneficio fiscale in un lasso di tempo ridotto rispetto ai 10 anni attualmente previsti.