Le tasse sugli immobili strumentali

INDUSTRIA_capannone-con-cantiereLa Cna ha analizzato l’andamento della tassazione complessiva che grava sugli immobili produttivi utilizzati dalla piccole imprese dal 2011 al 2014, al fine di capire, con numeri concreti, che impatto ha avuto ogni riforma sui diversi tributi dovuti. Per effettuate le analisi sono stati scelti i due immobili: un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio di 175 mq, calcolando sugli stessi le imposte dovute nell’ambito di ciascun comune. Quattro miliardi e 900 milioni, in soli 36 mesi. Tanto è cresciuta la tassazione locale degli immobili produttivi delle imprese.
A innalzare la tassazione è, talvolta, l’elevato valore catastale degli immobili, che può andare addirittura al di sopra del valore di mercato. Nel 2014 a Napoli il titolare del laboratorio artigiano-tipo paga complessivamente 9.316 euro l’anno, davanti a Reggio Calabria (9.213) e Roma (9.013). Viceversa, il comune capoluogo meno esoso è Cuneo (1.012 euro), con alle spalle Udine (1.610) e Gorizia (1.628). Se si valuta, invece, l’incremento dell’ultimo triennio la classifica cambia: in testa balza Avellino (+117,1%), seguita da Reggio Calabria (+111,6%) e Genova (+101,7%). Mentre negli ultimi tre anni gli artigiani relativamente più “fortunati” sono stati quelli di Massa (con un decremento del 44,8%), Teramo (-11,6%) e Pistoia (-3,1%), con Mantova (-0,2%) gli unici ad aver visto diminuire l’importo richiesto.
Passando agli immobili a uso commerciale, nel 2014 l’imposta in totale più “salata” è pagata a Firenze (7.363 euro), seguita da Cremona (5.998) e Sassari (5.850). La meno cara, invece, si versa a Sondrio (1.180 euro), Vicenza (1.382) e Cuneo (1.469). In termini percentuali, tra il 2011 e il 2014, l’imposizione è cresciuta di più a Rimini (+127,8%), Reggio Calabria (+115,4%) e Pesaro (+105%). Mentre è calata maggiormente a Cuneo (-13,1%), Iglesias (-11%) e Massa (-7,3%).