La vie en rose dell’edilizia. Capitane coraggiose 2017

Il futuro dell’edilizia si tingerà sempre più di rosa: ne sono convinte alcune donne protagoniste di questo mondo, dalle istituzioni alla filiera della produzione e della distribuzione, passando per l’universo della comunicazione.
Se una donna è arrivata a un soffio dalla guida di una super potenza mondiale come gli Stati Uniti, non c’è motivo per cui non si possa pensare che non sia in grado di ricoprire ruoli e posizioni chiave in settori altrettanto tradizionalmente maschili come quello dell’edilizia.
Secondo quanto riportato dal Gender Gap Report 2016, realizzato da Job Pricing analizzando i dati Istat – Rilevazione sulle forze lavoro per gli anni 2014 e 2015, l’universo dell’edilizia è infatti composto per il 92% da dipendenti uomini, mentre solo l’8% è donna. A far ben sperare è però il dato che riguarda l’ambito dirigenziale, dove la percentuale di donne che rivestono ruoli manageriali si avvicina al 18%. Un settore che apparentemente lascia poco spazio alla leadership femminile ma che forse, a dispetto delle apparenze, è più aperto di quanto non sembri ad accogliere e farsi guidare dalle donne, come ci hanno rivelato alcune delle protagoniste del panorama istituzionale, produttivo, distributivo e della comunicazione del mondo delle costruzioni.

Donne delle istituzioni

«Nella mia associazione di riferimento – afferma Anna Lapini, presidente di Confcommercio Toscana dal 2015 e dal 2012 alla presidenza di Confcommercio Arezzo – non ho mai riscontrato difficoltà legate al mio essere donna, ero già ben inserita nell’associazione provinciale già prima di ricoprire la carica di presidente. Molte mie colleghe hanno avuto non poche difficoltà, io invece no, anche perché con la mia attività imprenditoriale nel centro di Arezzo sono sempre stata un punto di riferimento per molti imprenditori del settore del design e della progettazione e sono stati proprio loro ad avermi dato la possibilità di rappresentarli».

«Ci vorrebbero più donne in edilizia, anche se è difficile che riescano a raggiungere i vertici più importanti. A una donna si chiede che sia molto brava, mentre a un uomo no, però, nel momento in cui si riesce a sfondare il “tetto di cristallo” allora anche per le donne valgono le stesse regole che valgono per gli uomini, non c’è differenza». Anna Lapini

Riguardo al settore dell’edilizia come mondo precluso alle donne, Anna Lapini ritiene che sia «un universo prettamente maschile mentre si può dire che le donne sono riuscite a lasciare il segno nell’architettura grazie alle loro capacità di fare e gestire più cose contemporaneamente. Altrettanto invece non si può dire degli uomini, anche il professionista più lungimirante non riesce a essere multitasking; una peculiarità tutta femminile questa che, se messa al servizio di un comparto in crisi come quello dell’edilizia, può portare a una maggiore organizzazione e creatività per modificarne l’assetto. Oggi nel commercio, e quindi anche nella vendita dei materiali edili, ciò che conta non è più il prezzo ma saper catturare l’attenzione del cliente e stimolarne sensazioni ed emozioni, e questa è una capacità tipicamente femminile». La presidente di Confcommercio Toscana è convinta che «ci vorrebbero più donne in edilizia, anche se è difficile che riescano a raggiungere i vertici più importanti. A una donna si chiede che sia molto brava, mentre a un uomo no, però, nel momento in cui si riesce a sfondare il “tetto di cristallo” allora anche per le donne valgono le stesse regole che valgono per gli uomini, non c’è differenza. È la fase iniziale della carriera la più difficile: ci vorrebbe una società che supporti le donne nella cura e nell’assistenza dei figli e della famiglia, uno Stato più evoluto per cercare di rendere più facile l’iter lavorativo di una donna che vuole arrivare al vertice. È molto più difficile iniziare il percorso che mantenere la propria posizione una volta raggiunto l’obiettivo».

«Al momento non esistono pari opportunità, non tanto perché il mondo dell’edilizia sia un mondo maschile al cui interno vengano fatte discriminazioni, anzi, questo è un settore pronto e aperto alle donne, è il mondo esterno all’ambito lavorativo che invece non dà alle donne gli aiuti e il supporto necessari per favorirne la carriera». Federica Brancaccio

Alla presidente di Confcommercio fa eco Federica Brancaccio, presidente di Federcostruzioni, imprenditrice napoletana di terza generazione, eletta alla guida della federazione di Confindustria nell’estate del 2016: «La difficoltà delle donne all’interno del mondo del lavoro e in un settore come il nostro è riuscire a costruirsi una carriera partendo da zero. Il vero problema è consentire al mondo femminile di poter avere una carriera identica a quella degli uomini ma questo purtroppo, soprattutto per chi non ha la fortuna di partire da una posizione privilegiata, non è possibile. Ma non è l’universo maschile a determinare questo tipo di problema bensì la società di contorno che non è pronta. Nella mia esperienza nel mondo delle costruzioni non ho mai percepito e riscontrato difficoltà legate al mio essere donna, sia quando vado in cantiere sia nel rapporto con i miei collaboratori. Non c’è mai stato un atteggiamento professionale diverso, anzi, ai tavoli di lavoro e alle riunioni con i miei colleghi uomini non mi è mai capitato di non sentirmi loro pari. Il lavoro da fare quindi è quello di cercare di mettere le donne in condizione di poter intraprendere il percorso che le possa portare ai vertici. Al momento non esistono pari opportunità, non tanto perché il mondo dell’edilizia sia un mondo maschile al cui interno vengano fatte discriminazioni, anzi, questo è un settore pronto e aperto alle donne, è il mondo esterno all’ambito lavorativo che invece non dà alle donne gli aiuti e il supporto necessari per favorirne la carriera». Edilizia e costruzioni sono per la presidente Brancaccio due mondi in cui «l’empatia e la flessibilità femminili sono importanti così come la capacità di immedesimarsi nelle situazioni e saper cogliere il mood del momento, rispetto agli uomini abbiamo un senso più strategico delle relazioni». Creatività e propensione al cambiamento sono tratti distintivi che possono essere strategici per uscire dalla crisi secondo la presidente di Federcostruzioni: «Le imprese devono capire che l’edilizia sta cambiando, non si tratta più di costruire un palazzo ma di inventarsi un nuovo modo di edificare, abitare e rigenerare, e in questo processo l’apporto femminile è fondamentale».

«La mia generazione ha potuto ereditare quelle “pari opportunità” per cui tanti uomini e donne hanno dovuto lottare e combattere, e che fanno ormai parte delle nostra cultura e dei valori acquisiti dalla nostra società. Certo ancora molto resta da fare, , ma credo che i nostri sforzi si debbano concentrare nella valorizzazione dei requisiti personali». Roberta Vitale

«Non sono mai stata una sostenitrice delle quote rose e, credo, mai lo sarò»: è questo il punto di vista di Roberta Vitale, dal 2015 presidente di Ance Giovani. «La mia generazione ha potuto ereditare quelle “pari opportunità” per cui tanti uomini e donne hanno dovuto lottare e combattere, e che fanno ormai parte delle nostra cultura e dei valori acquisiti dalla nostra società. Certo ancora molto resta da fare, ma credo che i nostri sforzi si debbano concentrare nella valorizzazione dei requisiti personali, cercando di evidenziare le vere peculiarità professionali di ognuna di noi, spesso molto diverse dagli stereotipi che a volte ci vengono imposti. In questo senso mi sento fortunata, perché in qualità di presidente dei Giovani dell’Ance, posso godere di una visione privilegiata che mi consente di apprezzare le qualità di tutti i miei colleghi e di constatare che anche i ruoli di vertice e di rappresentanza associativa sono ricoperti in egual numero sia da imprenditori che da imprenditrici».

Donne della produzione

Dalle cariche istituzionali al mondo dei produttori: qual è il punto di vista delle donne che ricoprono un ruolo chiave all’interno di questo comparto?

«Il rischio che si corre in un mondo prettamente maschile, dove bisogna darsi molto da fare per vedere riconosciuta la propria professionalità, è quello di snaturare la propria indole per ricalcare i comportamenti maschili. Una donna invece raggiunge i risultati più eclatanti proprio quando non si dimentica della propria femminilità, ma ne fa un punto di forza». Marta Casiraghi

Per Marta Casiraghi, che dall’aprile 2012 è responsabile marketing di Tecnasfalti-Isolmant, nell’edilizia «conta molto essere donna, l’importante è non dimenticarselo. Il rischio che si corre in un mondo prettamente maschile, dove bisogna darsi molto da fare per vedere riconosciuta la propria professionalità, è quello di snaturare la propria indole per ricalcare i comportamenti maschili. Una donna invece raggiunge i risultati più eclatanti proprio quando non si dimentica della propria femminilità, ma ne fa un punto di forza». E di punti di forza le donne ne hanno molti: «In primis la versatilità – aggiunge sempre Marta Casiraghi – elemento fondamentale nel lavoro, ancor di più se si ricoprono ruoli di responsabilità. Bisogna saper comprendere le necessità ma anche le eventuali debolezze del proprio interlocutore, adeguarsi alle situazioni e agire in maniera ferma ed empatica allo stesso tempo. Le donne sanno essere camaleontiche, mantenendo sempre la giusta onestà intellettuale. Un’altra dote tutta femminile è la pazienza, che nel lavoro si traduce in caparbietà: non arrendersi mai, portare avanti le proprie idee con coraggio, arrivare a convincere anche i più scettici. Alle donne capita di doverlo fare spesso in un settore dove sono gli uomini ad avere in mano il timone: chi ricopre oggi un ruolo manageriale è senza dubbio una donna che si è impegnata molto per dimostrare le proprie capacità. Oggi mi trovo ad operare in una realtà aziendale dove viene dato molto spazio alle donne, ed è una gran bella soddisfazione.» Marta Casiraghi è inoltre convinta che «nell’attuale situazione dell’edilizia le donne possono e devono portare una visione più fresca, la capacità di rivoluzionare senza paura delle consuetudini, il coraggio di fare scelte anche impopolari laddove serve. La propensione al sacrificio e la tensione verso il cambiamento sono indubbiamente due caratteristiche tipicamente femminili che tanto sarebbero utili al nostro settore oggi. Ancora oggi mi capita di notare all’interno di una riunione o di un appuntamento che il numero di donne presenti è spesso irrilevante rispetto a quello degli uomini. Intelligenza e saper fare non sono ovviamente una questione di genere, questo non dobbiamo dimenticarlo, ma la sensibilità femminile aiuta ad ampliare i punti di vista e affrontare le situazioni apprezzandone e sviscerandone tutte le sfaccettature, senza pregiudizi o rigidità».

«La creazione di pari opportunità per le donne nel mondo degli affari non è solo una questione di parità di genere, ma anche un’opportunità di crescita economica. In genere i team con una presenza femminile importante, tendono a essere più equilibrati, le decisioni vengono prese in una visione a lungo termine». Margherita Fontana

Per Margherita Fontana, global marketing director della multinazionale Dow Buildings & Construction, essere una donna manager oggi significa avere l’abilità di conciliare il ruolo di mamma con quello di global marketing director, in cui è portata a prendere decisioni a livello globale viaggiando per il mondo per stare vicina alle esigenze dei mercati e confrontandosi continuamente con i clienti per valutare gli scenari e i mega-trend del settore. Le caratteristiche per poter conciliare al meglio questi due ruoli sono «sicuramente la capacità di ascolto e di venire incontro alle esigenze altrui, due attributi di base che si ritrovano in una leadership al femminile» sottolinea Margherita Fontana.
«Credo che sia fermamente importante promuovere e aiutare le donne a sviluppare le proprie potenzialità, rafforzare le loro capacità e incoraggiare la loro partecipazione nel mondo del lavoro. Ancora oggi le donne, a livello mondiale, continuano a detenere meno del 15% delle posizioni dirigenziali, viene in tal senso sottovalutata la grande opportunità che le donne possono apportare alle aziende a livello di crescita». Da sempre sensibile alla questione femminile, dal 2015 è co-responsabile europea del network aziendale Win (Women’s Innovation Network) di Dow per lo sviluppo proprio della managerialità femminile. Un’importante iniziativa di Dow che favorisce la cultura a sostegno delle donne dell’azienda per la condivisione di esperienze, lo sviluppo professionale così come l’accesso a leadership e a ruoli di alta responsabilità.
«La creazione di pari opportunità per le donne nel mondo degli affari non è solo una questione di parità di genere, ma anche un’opportunità di crescita economica. In genere i team con una presenza femminile importante, tendono a essere più equilibrati, le decisioni vengono prese in una visione a lungo termine – continua Margherita Fontana –, la maternità inoltre fornisce abilità uniche che possono essere implementate con successo anche in ambito lavorativo, significa avere la capacità di motivare e ispirare il team, significa una maggiore elasticità, un livello di tolleranza più elevato e in generale si riesce a instaurare un livello più ampio di fiducia».

«Al confronto e alla tensione per cercare di essere come i colleghi dell’altro sesso, dobbiamo sostituire il ricorso a ciò che da loro ci distingue, per reciproca completezza e per cercare soluzioni alternative, e spesso “inaspettate”, alla loro visione e soluzione del problema». Vera Vaselli

 

Anche per Vera Vaselli, marketing manager di Brianza Plastica dal 2008, «essere donna in un mondo come quello dell’edilizia, tipicamente maschile, è una sfida, e alle sfide le donne sono da sempre abituate. Si tratta di un “compito” in cui va applicata la massima professionalità, e in cui vanno anche, e soprattutto, messe in gioco le peculiarità che ci contraddistinguono, quali l’estrema versatilità, la visione a 360 gradi sul mondo che ci circonda, l’attenzione alle sue evoluzioni e ai suoi cambiamenti. Al confronto e alla tensione per cercare di essere come i colleghi dell’altro sesso, infatti, dobbiamo sostituire il ricorso a ciò che da loro ci distingue, per reciproca completezza e per cercare soluzioni alternative, e spesso “inaspettate”, alla loro visione e soluzione del problema». Differenze tra i due sessi che, aggiunge Vera Vaselli, «si riscontrano soprattutto nell’approccio femminile aperto alle novità, che contraddistingue in genere le donne manager nella profonda determinazione a perseguire un obiettivo e nella maggiore resistenza delle donne alla difficoltà, in quanto, più il ruolo è di responsabilità, più è necessario l’impegno per poter stare al passo con i colleghi; come in tutti i settori, infatti, il ruolo dirigenziale femminile è una conquista ogni giorno». Se a volte «la donna che parla di edilizia – sottolinea la marketing manager di Brianza Plastica – è accolta con una certa perplessità, tutto si risolve grazie alla preparazione e alla professionalità, elementi che aprono la strada a qualsiasi tipo di confronto, anche grazie anche a una dose di empatia che spesso le donne, attente anche ai minimi dettagli, riescono a mettere in campo». Guardando al futuro Vera Vaselli si augura e spera che nell’edilizia ci sia un numero sempre maggiore di donne «per la loro capacità di offrire una visione più completa delle tematiche affrontate e per la differente sensibilità verso alcuni temi, primi dei quali il comfort abitativo e la compatibilità ambientale, verso cui le donne si dimostrano particolarmente attente. In una realtà in cui tutto cambia velocemente, è importante avere sensibilità e attenzione alle variazioni e tendenze del mondo che ci circonda e di cui l’edilizia è parte integrante e di cui deve inevitabilmente tenere conto».

«Essere donna, lavorare nel settore dell’edilizia ed essere giovane è una triplice sfida… Mi concentro sugli obiettivi che voglio raggiungere con il doppio della determinazione, perché le giovani trentenni che lavorano in un settore così tradizionale e prettamente maschile devono dimostrare e convincere tutti, ogni giorno, che oltre ad avere un bel faccino, sono brave!» Jessica Audino

Jessica Audino, marketing and communication assistant di Sika Italia, è, tra le intervistate, la più giovane rappresentanti delle donne che lavorano nel settore. Per lei
«essere donna, lavorare nel settore dell’edilizia ed essere giovane è una triplice sfida. Queste sfide le affronto quotidianamente puntando tutto su grinta, empatia e organizzazione, senza mai dimenticare l’educazione e una preparazione all’altezza delle aspettative di tutte le persone che lavorano in questo settore. Abbiamo una marcia in più.
Il vero punto di forza delle donne è l’empatia. Cerchiamo di comprendere rapidamente persone, problematiche, scenari e opportunità. Mi confronto sempre con la parte maschile del mio settore, loro hanno altre caratteristiche mentre noi donne siamo brave ad ascoltare e capire la maniera più efficace di comunicare, a tutti i livelli.
Mi piacciono le sfide, quindi oltre ad aumentare le quote femminili in questo settore, appartenendo alla generazione dei nativi digitali, voglio contribuire alla divulgazione dell’importanza delle nuove tecnologie informatiche anche in un settore ancora molto “tradizionale” come il nostro.
Alle difficoltà lavorative rispondo sempre con una grande dose di grinta che anche gli uomini hanno, ma a cui aggiungo la positività e la sensibilità tipicamente femminili.
Mi concentro sugli obiettivi che voglio raggiungere con il doppio della determinazione, perché le giovani trentenni che lavorano in un settore così tradizionale e prettamente maschile devono dimostrare e convincere tutti, ogni giorno, che oltre ad avere un bel faccino, sono brave!»

Donne della distribuzione 

Proseguendo il viaggio nella filiera dell’edilizia ecco l’esperienza di due donne protagoniste del mondo della distribuzione edile, Sabrina Meroni e Renee Quartarella.

«Siamo in grado di organizzare più attività e di svolgerle contemporaneamente, gestendo le priorità e le urgenze che sopraggiungono. Inoltre in un contesto come quello attuale, caratterizzato da continui cambiamenti, l’apertura mentale, l’adattamento e la flessibilità sono caratteristiche fondamentali che una donna ha nel proprio Dna». Sabrina Meroni

Sabrina Meroni, dal 2006 a fianco del padre e del fratello nella gestione del punto vendita Edilmeroni Materiali Edili di Ospiate di Bollate (MI), ritiene che la grande peculiarità delle donne del mondo dell’edilizia sia «essere multitasking per definizione, siamo in grado di organizzare più attività e siamo capaci di svolgerle contemporaneamente dando la giusta importanza a quelle che sono le priorità e gestendo le urgenze che sopraggiungono. Inoltre in un contesto come quello attuale, caratterizzato da continui cambiamenti, l’apertura mentale, l’adattamento e la flessibilità sono caratteristiche fondamentali che una donna ha nel proprio Dna». Proprio per questo, aggiunge inoltre Sabrina Meroni «ci vorrebbero più donne nel nostro mondo, anche per un discorso di equità di genere, dal momento che in altri settori è di fatto già così. Le donne sono maggiormente capaci di interagire con la clientela, grazie al loro intuito e alla loro creatività e sono molto più sensibili alle nuove esigenze ambientali che si stanno affermando». Attenzione alla clientela e alle nuove tendenze sono, secondo Sabrina Meroni, caratteristiche indispensabili per gli imprenditori e le imprenditrici di domani unitamente a «visione nel breve e lungo periodo, competenza nel settore, doti manageriali e organizzative che coloro che vogliono intraprendere la carriera imprenditoriale possono acquisire con l’esperienza a tutto tondo, tra stage, tirocini e lavoro e alle dipendenze di altri, per comprendere dal vivo il mondo dell’edilizia e delle medie e grandi imprese».

«Noi donne imprenditrici vagliamo aspetti diversi nella formulazione delle strategie di sviluppo del business, abbiamo particolare attenzione al dettaglio, facilitiamo la connessione tra e con le persone, la creatività, l’ascolto come elemento vincente per intercettare e rielaborare le nuove tendenze e le esigenze della clientela». Renee Quartarella

Anche Renee Quartarella, responsabile comunicazione e consigliere del CdA di BigMat Centro Edile Quartarella di Altamura (BA), è convinta che le donne imprenditrici aggiungano valore alle aziende in cui operano: «Vagliano aspetti diversi nella formulazione delle strategie di sviluppo del business, hanno una particolare attenzione al dettaglio, facilitano la connessione tra e con le persone, la creatività, l’ascolto come elemento vincente per intercettare e rielaborare le nuove tendenze e le esigenze della clientela. Se il nostro spazio espositivo non fosse curato, ad esempio, dall’occhio abile ed esperto di Catia il fatturato di molti materiali edili sarebbe decisamente inferiore. La sua capacità di esporre, rendere visibile e appetibile il prodotto accorcia e facilita le distanza tra progettualità e acquisto, tra desiderio e realizzazione». Non mancano ovviamente le difficoltà: «Le criticità ci sono, seppur minime, – aggiunge Renee Quartarella –, però bisogna avere la capacità di trasformarle in opportunità. È uno sforzo costante che richiede coraggio e capacità personali trasversali. Numericamente non servono più donne, l’importante è che ne venga accolta la presenza perché hanno peculiarità complementari a quelle maschili». Tra uomini e donne non ci sono differenze di ruoli: «Ognuno ha punti di forza che bisogna saper riconoscere e valorizzare. Un mix equilibrato di stili di leadership porta a una migliore performance organizzativa. Nonostante le difficoltà di gestione dei tempi di conciliazione famiglia-lavoro, io e le mie cugine Catia, Rosanna, Irene, Nunzia e Irene, siamo sempre più grintose, più informate, più tecnologiche, più connettive e più attente a cogliere quelli che sono i segnali del mercato. Le differenze nel modo di gestire un’azienda rispetto agli uomini risiedono semplicemente nel tipo di approccio e nella cura di aspetti diversi dell’azienda. Fare impresa in questi tempi è più che mai frutto di una scelta dettata dalla passione, da una forte spinta alla realizzazione professionale e dalla volontà di impegnarsi, come nel nostro caso, a proseguire un progetto famigliare».

Donne della comunicazione

Non manca la compagine femminile nemmeno tra chi l’edilizia la comunica, svolgendo il ruolo non certo meno importante di informare gli operatori del settore su novità innovazioni e progetti.

«Ho l’impressione che le donne in edilizia siano numerose e penso che in questo settore, come in tutti gli altri, le donne che lo desiderano realmente abbiano, almeno a livello teorico, le stesse opportunità degli uomini nel costruirsi un percorso professionale soddisfacente». Daniela Origgi

 

Per Daniela Origgi, fondatrice di Origgi Consulting, Strategie di Convers(az)ione, agenzia specializzata in comunicazione e inbound marketing nei settori dell’edilizia, architettura e design, «il punto di vista femminile nel fare comunicazione può contribuire, attraverso un’osservazione e un ascolto che vanno oltre la “superficie” e una sensibilità più poliedrica, a differenziare con maggiore attenzione contenuti, messaggi e media in base ai diversi target e obiettivi da raggiungere. Che siano donne o uomini a sviluppare la strategia di comunicazione, oggi è necessario tenere presente che una comunicazione efficace non può avere il suo focus unico o principale nel messaggio pubblicitario o nel contenuto meramente tecnico e, soprattutto, non può essere “indifferenziata”. Nei progetti che sviluppiamo con i nostri clienti, che si tratti di content, social o web marketing, webinar, digital Pr o ufficio stampa, lavoriamo sempre per valorizzare l’unicità dell’azienda e veicolare contenuti rilevanti per chi li riceve». Le donne in edilizia? «Ho l’impressione – sottolinea Daniela Origgi – che le donne in edilizia siano numerose e penso che in questo settore, come in tutti gli altri, le donne che lo desiderano realmente abbiano, almeno a livello teorico, le stesse opportunità degli uomini nel costruirsi un percorso professionale soddisfacente. Tuttavia, non si può negare che per una donna il dover conciliare gli impegni professionali con quelli della famiglia possa rappresentare una complessità aggiuntiva rispetto ai colleghi uomini. Mi auguro che nelle politiche del nostro Paese si preveda, come in quelle del Nord Europa, un sostegno reale alle famiglie, che consenta a tutti di essere produttivi e realizzarsi nel lavoro secondo le proprie aspirazioni. Non mancano comunque i casi virtuosi di aziende, anche in edilizia, che hanno sviluppato programmi specifici in questo ambito per consentire alle donne di esprimere in azienda tutto il loro potenziale. Conosco moltissime donne che operano con successo nel settore: imprenditrici e professioniste di altissimo livello che si occupano di progettazione, vendite, marketing, product management, comunicazione, editoria, giornalismo e anche direzione generale di aziende. Con ottimismo auspico al settore dell’edilizia una decisa ripresa in questo nuovo anno e esprimo l’invito alle aziende a fare un passo avanti in termini di meritocrazia: lasciamo vincere il migliore, uomo o donna che sia».

«Credo sia un vantaggio in qualsiasi campo si operi. Il tocco femminile può tradursi in una spiccata propensione tipica delle donne al problem solving, nel forte senso di team work, nel sentirsi parte integrante delle realtà che rappresentiamo e nel creare rapporti di sintonia e grande fiducia reciproca». Francesca Negri

Altro punto di vista quello di Francesca Negri, giornalista, scrittrice e fondatrice di CommFabriK, agenzia di comunicazione giornalistica specializzata in uffici stampa, content management, pubblicazioni aziendali, eventi congressuali, meeting. «Comunicare, in sinergia con gli obiettivi dei direttori marketing e commerciali, significa trovare all’interno di un’azienda le notizie più interessanti per i media e per l’utente finale. In questo la mia esperienza di giornalista per il Corriere della Sera, che tutt’oggi proseguo soprattutto in ambito economico, unita alle competenze di marketing e a quelle editoriali e di comunicazione web e social, portano me e i miei collaboratori a saper costruire contenuti ad hoc per ogni taglio richiesto: dal giornalismo economico ai contenuti tecnici, dalla realizzazione di house organ ai blog aziendali, dai video tutorial o istituzionali al content management per i social network. A fare la differenza nella comunicazione non è tanto l’essere donna o l’essere uomo, ma la capacità di trasformare le informazioni in notizie e i contenuti in linguaggi fruibili e adeguati a ogni canale utilizzato. Poi, certo, l’approccio delle donne forse è più empatico, paziente, curioso, più aperto alle contaminazioni, ai parallelismi, all’intuizione e alla sperimentazione. Lo dicono i sondaggi, non io, ma posso essere d’accordo». E a proposito dell’essere donna in un mondo di uomini come quello dell’edilizia, la Negri non ha dubbi: «Credo sia un vantaggio in qualsiasi campo si operi. Il tocco femminile può tradursi in una spiccata propensione tipica delle donne al problem solving, nel forte senso di team work, nel sentirsi parte integrante delle realtà che rappresentiamo e nel creare rapporti di sintonia e grande fiducia reciproca». Nell’edilizia c’è bisogno di “quote rosa”? «Nella maggior parte delle aziende con cui lavoriamo – conclude la ad di CommFabriK – i nostri referenti sono donne e spesso con posizioni manageriali. Non sento l’esigenza di rivendicare maggiori “quote rosa” (termine peraltro che trovo molto discriminante), sicuramente rilevo una maggiore difficoltà nel portare avanti una carriera al femminile perché in Italia non ci sono i supporti adeguati per consentire a una donna di conciliare serenamente il lavoro con gli impegni famigliari. Ma questo riguarda tutti i settori, non solo quello dell’edilizia».

Leggi anche: Capitane coraggiose 2016