Filippo Bombace. La casa romana di un musicista

 

L’accesso al living è senza nessun tipo di filtro dalla cucina: l’apertura originaria è stata lasciata priva di qualsiasi porta in modo tale da creare un continuum con la zona cucina (foto Serena Eller)

Dalle finestre si scorge il campanile di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci: siamo nel quartiere Aurelio poco lontano da piazza San Pietro, all’interno di un edificio d’epoca che vanta ancora il fascino delle abitazioni primi ‘900. Un cliente d’eccezione, un amico musicista, un crooner romano che lavora con gli strumenti del sax e della voce e che dopo aver girato il mondo per piacere, studio e lavoro ha deciso di acquistare un appartamento da condividere con la sua compagna.

Una vista dall’ingresso verso il corridoio che conduce alla zona giorno, con la cucina e il soggiorno. Il volume che racchiude il secondo bagno è rivestito con carta da parati. Dal corridoio la prima porta si apre sulla seconda camera da letto, arredata con grande semplicità e sobrietà. Anche la camera padronale si affaccia sull’esterno e trova posto nel secondo ambiente, tra la seconda camera e il soggiorno (foto Serena Eller)

Il progetto nasce dalle semplici e chiare esigenze del committente per fondersi con l’abilità creativa del progettista, l’architetto Filippo Bombace, che da sempre indaga le possibilità espressive dei materiali, le tecniche di esecuzione e le qualità suggestive e ‘compositive’ della luce. Bombace, con il linguaggio dell’architettura, dà vita ad un progetto che risente delle passioni dell’amico musicista, amante del viaggio, della scoperta, delle cose semplici, della natura, della buona cucina e di una vita salutare. Spazi rivisitati per trasformare l’abitazione in una potenziale struttura ricettiva, che potesse ospitare coppie di amici in transito a Roma, magari per un concerto o una veloce jam-session serale.

Cosa è cambiato
Una ristrutturazione che in termini spaziali si è risolta con un minimo intervento architettonico, a favore di un secondo bagno ricavato nel grande ingresso corridoio. In questo modo il bagno già esistente ha mantenuto la sua posizione originaria, e si è creato un corridoio più stretto e lungo su cui si affacciano le due camere e il soggiorno.

 

Il secondo bagno, ricavato dall’ingresso ha dimensioni piuttosto ridotte ed è caratterizzato da un mix elegante e raffinato di materiali recuperati e non: marmette in graniglia e rivestimento in tessere di mosaico di vetro (foto Serena Eller)

Oltre al rinnovo delle finiture e della dotazione impiantistica, che era oltremodo necessaria e imprescindibile, il cliente ha da subito espresso anche l’esigenza di poter avere un secondo bagno. L’intervento più importante è stato dunque la risistemazione dello spazio d’ingresso esistente, che prevedeva un ambiente abbastanza ampio ma poco funzionale “memoria di un lusso antico che dedicava spazio e agio a un luogo oggi troppo spesso considerato inutile”. Riducendo lo spazio dell’ingresso è stato possibile ricavare un piccolo secondo bagno, adiacente quello già esistente e creare un corridoio che conduce alla zona giorno e su cui si affacciano anche le due camere da letto. Il nuovo volume, che contiene anche un piccolo ripostiglio, vuole essere dichiaratamente avulso dal resto dell’abitazione, per forma e finitura: staccato dal soffitto per dare risalto alle cornici in gesso che lo perimetrano e completamente rivestito in carta da parati a disegno macroscopico che imita il movimento di un’onda bianca su fondo color tortora. All’interno, da cui si accede attraverso una porta rasomuro, l’atmosfera è sospesa tra passato e presente: marmette di graniglia bianche e nere originali, recuperate da una delle camere, rivestono l’intero pavimento, accostate ad un mosaico in tessere di pasta di vetro nei toni del grigio per le pareti e ad un piccolo lavabo in ceramica smaltata grigio lava. A completarne l’arredo un ampio box doccia trasparente e una coppia di sanitari sospesi.

Il secondo bagno è tutto sui toni del grigio, dai rivestimenti ai sanitari e un grande box doccia con anta a scorrimento in cristallo trasparente. Il bagno padronale ripropone le tonalità del grigio, optando però per un rivestimento in lastre di marmo di Carrara, per il pavimento e parte delle pareti. Su una mensola in legno poggia un lavabo in cemento (foto Serena Eller)

L’altro bagno, più ampio e finestrato, ripropone i toni del grigio con un rivestimento in marmo di Carrara per le pareti adiacenti la vasca attrezzata anche per la doccia. Nel resto della casa è stato mantenuto l’aspetto distributivo originario, con un muro portante che separa in due l’appartamento e all’interno del quale sono scandite le entrate alle camere da letto e al soggiorno.

Il corridoio conduce all’ambiente destinato ad ospitare la cucina, completamente a vista e semi aperta sul soggiorno adiacente. Arredi laccati bianchi e legno per la parete attrezzata della cucina. Accenti color celeste per la lampada a sospensione sopra il tavolo e per il rivestimento in tessuto delle sedie (foto Serena Eller)

Il corridoio conduce alla cucina, uno spazio di dimensioni ridotte ma organizzato in modo funzionale e collegato al soggiorno non solo dall’apertura già esistente ma anche attraverso la realizzazione di una piccola “finestra” sulla spina muraria centrale che mette in comunicazione visiva i due ambienti.

Per creare una continuità visiva con il soggiorno è stata realizzata una piccola “finestra” sul muro di spina, a fianco della apertura originaria che dalla cucina conduce alla zona living (foto Serena Eller)

A fare da protagonista ed ad unificare esteticamente gli spazi, un elegante pavimento in legno di rovere posato a spina ungherese, che fa da sfondo ad arredi contemporanei e antichi, ad elementi di recupero, specchi, consolle, orologi accostati tra loro con grande equilibrio.

Anche nello spazio del soggiorno arredato con pezzi di design contemporanei fa da protagonista il pavimento in legno di rovere posato a spina ungherese (foto Serena Eller)
La filiera delle professioni
Il progettista
Semplicemente… ascoltare

Filippo Bombace

«Come tutti i miei progetti, anche questa ristrutturazione cerca di ‘ascoltare’ semplicemente le richieste del cliente e i suggerimenti della stessa location, per definire e armonizzare complementi di recupero, come specchi, consolle e orologi, con pezzi di design, in un calibrato mix di sapori e materiali» Filippo Bombace, oficina de arquitectura

 

Il produttore
100% made in Italy

Laura De Luca

Il pavimento in legno di rovere spazzolato posato a spina di pesce è di Itlas e fa parte della Collezione i Grandi Classici, un prodotto dallo stile classico ma dalle elevate caratteristiche tecniche. L’azienda, nel settore da oltre trent’anni, ha scelto fin dall’inizio di operare esclusivamente in Italia e da anni ha adottato anche una politica ambientale che orienta sia le proprie scelte di approvvigionamento delle materie prime che la gestione degli impianti produttivi: è certificata sia Fsc che Pefc per quanto riguarda la materia prima, tutti i pavimenti sono certificati 100% Made in Italy e il Sistema di Gestione Ambientale è certificato Iso 14001. “Da alcuni anni l’azienda, – spiega Laura De Luca, responsabile marketing –  grazie alla collaborazione con un network di architetti di fama internazionale, ha arricchito le proprie proposte con la Collezione di mobili e di complementi di arredo i Massivi e con Progetto Bagno, riuscendo così a rispondere in modo completo alle richieste dei propri clienti. I prodotti sono promossi attraverso importanti campagne pubblicitarie nelle principali riviste di arredamento e architettura a livello nazionale e abbiamo stretto anche importanti accordi di collaborazione e di co-marketing, l’ultimo dei quali con la Biennale di Venezia per l’allestimento del Padiglione Venezia. L’azienda si avvale di rivenditori autorizzati, presenti in tutta Italia, che operano in esclusiva merceologica. Itlas inoltre ha recentemente aperto degli store monomarca a Padova, Brescia, Milano e Modena, che si vanno ad aggiungere allo storico punto vendita di Sacile, in provincia di Pordenone”. Laura De Luca Responsabile marketing Itlas

 

Il distributore
Un laboratorio work in progress

Sharon e Pietro Paterno

Dall’unione di due famiglie e due aziende artigiane tra il Lazio e la Sicilia nasce nel 1990 Di Francesco & Paternò che apre a Roma il suo primo grande showroom. “Il nostro spazio espositivo – precisano Pietro e Sharon Paternò –  non è un semplice showroom ma un laboratorio work in progress dove si incontrano le eccellenze del fare italiano: dal parquet alle resine, dalle pietre ai marmi alle superfici innovative. Il punto di forza del nostro showroom è in primis la sua dimensione. Oltre mille metri quadri espositivi, uno spazio unico nel suo genere che raccoglie il meglio delle aziende italiane dove è possibile fare esperienza, conoscere e sperimentare i materiali. Non solo, è anche un laboratorio di soluzioni, idee e ricerche che offre un progetto completo, dall’ideazione alla realizzazione fino alla manutenzione”. A tutto questo si somma l’esperienza decennale, la competenza tecnica e l’artigianalità che fanno di questa azienda un punto di riferimento nel mondo dei pavimenti in legno e in resina a Roma. Non da ultimo viene considerata fondamentale la sinergia tra progettisti, clienti, imprese e artigiani: “Solo quando c’è piena sintonia tra le parti tutto funziona al meglio. È per questo che ci impegniamo ogni giorno a trovare la soluzione che soddisfi il cliente, valorizzi il progetto architettonico e renda semplice il lavoro per le aziende e gli artigiani con cui collaboriamo”. Pietro e Sharon Paternò, azienda Di Francesco & Paternò

 

L’imprenditore edile
Indispensabile l’accordo tra i tre cardini

Lorenzo Tortora

La Lad srl si è occupata di tutte le opere edili, di tutte le finiture e di tutti gli impianti durante la ristrutturazione dell’appartamento. “Con lo studio Bombace c’è stata subito piena e stretta intesa e grazie anche al supporto dei collaboratori dello studio è stato possibile realizzare tutto in modo impeccabile. Se tra cliente architetto e impresa non c’è piena e sincera collaborazione il prodotto finale non potrà mai essere perfetto. Se i tre cardini non sono d’accordo in tutto secondo me c’è la probabilità che a opera conclusa non tutti siano soddisfatti allo stesso modo”. Lorenzo Tortola, Responsabile tecnico Lad Costruzioni