Confindustria: si affaccia una svolta positiva

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Secondo le elaborazioni del Centro studi di Confindustria, alla fine del 2016 si sono materializzati nuovi fattori di contesto internazionale tali da formare uno snodo cruciale nel percorso della lunga crisi e una svolta positiva potrebbe affacciarsi.

La politica di bilancio torna in auge per rilanciare la domanda interna, la ripresa si è irrobustita in tutte le principali economie del mondo e una maggior fiducia si sta diffondendo nei mercati finanziari e tra gli operatori.

Per quanto riguarda l’Italia, le elaborazioni del Centro studi di Confindustria indicano che il Pil aumenta dello 0,9% nel 2016 (+0,7% a settembre), dello 0,8% nel 2017 (+0,5%) e dell’1,0% nel 2018. Per quest’ultimo anno Confindustria non considera praticabile l’aumento delle imposte indirette, introdotto quale clausola di salvaguardia, per 1,2 punti percentuali di Pil; da ciò un maggior deficit pubblico rispetto a quanto indicato dal governo.

Tuttavia, secondo il Centro studi, i gravi problemi e ostacoli strutturali rimangono e richiedono di essere affrontati. Alta disoccupazione, soprattutto tra i giovani. Elevate sofferenze bancarie e difficoltà nell’erogazione del credito. Margini delle imprese poco sopra i minimi storici. Edilizia sempre in difficoltà. Competitività di costo erosa. Elevata tassazione. Lentezza della giustizia. Tempi lunghi e incerti di risposta della pubblica amministrazione. Norme numerose e di difficile interpretazione e applicazione.

Per far sì che l’Italia torni a crescere a ritmi più elevati è indispensabile, secondo Confindustria, mantenere alta la tensione verso la questione industriale, in particolare a favore degli investimenti. Occorre evitare che finisca su un binario morto l’attuazione del Piano nazionale per Industria 4.0, così come è determinante la realizzazione di politiche attive per il lavoro e l’internazionalizzazione, tanto più necessaria quanto più salgono le barriere commerciali.